Il nodo migranti continua a far discutere sul fronte politico ma anche su quello della sicurezza in Europa. La bozza sulla revisione del mandato strategico dell'operazione Sophia, inviato ai governi degli Stati membri, ha sorpreso molti, soprattutto perchè non contiene novità in merito ai porti di sbarco per i migranti salvati in mare. Un aspetto decisivo per l'Italia, che alla riunione del Comitato politico e di sicurezza, con altri Paesi, ha chiesto al Servizio europeo per l'azione esterna di avanzare una proposta in merito alla riunione del gruppo di lavoro la prossima settimana. A confermarlo sono fonti diplomatiche, sottolineando che nella bozza viene omessa la sezione dedicata ai porti di sbarco perchè il Servizio europeo per l'azione esterna intende costruire un percorso condiviso sul punto sollevato dal Governo italiano, nel quadro delle conclusioni del summit di giugno, e quindi sotto forma di responsabilità condivisa. Il ministro italiano per gli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi, alla vigilia della revisione di Sophia, aveva sottolineato che l'Italia non si sarebbe mai sottratta alla missione ma chiede un cambiamento delle regole operative. L'Italia ha inoltre adottato il piano Triton, che prevedeva, anche a fronte dell'intervento di mezzi di altri Paesi Ue, l'accoglienza nei porti italiani dei migranti salvati in mare. Roma ha quindi segnalato alla Commissione Juncker, che Triton si è conclusa, chiedendo se avesse senso riferirsi al piano operativo di un'operazione ormai chiusa per una ancora in corso. I dati ottenuti dal Consiglio europeo rivelano che l'operazione Sophia ha permesso l'arresto di 143 sospettati di traffico e di tratta di esseri umani, oltre ad aver contribuito a salvare oltre 44 mila vite umane e neutralizzato circa 540 imbarcazioni. Il budget si aggira invece attorno ai 6 milioni di euro per l'anno in corso, con costi operativi suddivisi fra i 27 Stati europei, Danimarca esclusa.