Foto: Reuters
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Con 248 voti a favore e 201 contrari il Parlamento polacco ha eletto Donald Tusk nuovo Premier. Il voto ha confermato quindi il leader centrista, aprendo la strada a un nuovo Governo pro-Unione Europea dopo otto anni di Governo conservatore. La Camera bassa del Parlamento, composta da 460 seggi, non ha visto astensioni. La nomina di Tusk è giunta a quasi due mesi dalle elezioni. Nel suo discorso programmatico alla Camera bassa del Parlamento di Varsavia Tusk ha indicato che la coalizione a quattro partiti vuole ricostruire la comunità politica e nazionale polacca, ringraziando le proteste contro gli attacchi allo stato di diritto promossi dal precedente esecutivo e in particolare Piotr Szeszeny, che si è dato fuoco davanti al Palazzo della Cultura nel centro della Capitale, simbolo del passato sovietico. Tusk ha rievocato anche le parole di Papa Giovanni Paolo secondo, il quale nel 1987 a Danzica evidenziò che mai dovrà un peso portato da uno solo non avere l'aiuto di altri. Per Tusk un'Unione Europea più forte rende anche la Polonia più forte affermando che andrà a sbloccare i fondi comunitari congelati, e dichiarando che l'unità dovrà tornare ad essere la forza della Polonia, il che tradotto vuole dire che l'approccio antagonista ai vertici di Bruxelles non fa che danneggiare gli interessi nazionali e il clima in cui difendere le proprie prerogative. In quest'ottica Tusk ha promesso lo sblocco delle decine di miliardi di euro di fondi comunitari che Bruxelles ha fermato per i contenziosi con Varsavia, e per fare ciò dovrà annullare alcune delle modifiche al sistema giudiziario che sono finite sotto esame, uno dei punti più controversi della dialettica tra il blocco e la Polonia, tra cui le questioni del rispetto dei diritti umani, la libertà dei poteri dello Stato, l'indipendenza dei giudici e il diritto all'aborto. La revoca delle modifiche però sarà soggetta ai veti del Presidente Duda, in carica per altri due anni. Inoltre ha sostenuto la politica europea nei confronti dell'Ucraina. I 460 deputati hanno ascoltato Tusk fino alla fine del discorso, quando ha annunciato la fine dell'auto isolamento del Paese in ambito internazionale promettendo la cooperazione con altri Paesi in vari campi.

Franco de Stefani