La riconquista della Crimea da parte dell'Ucraina diventa un'ipotesi sempre più credibile. Il presidente Volodymyr Zelensky, parlando in videoconferenza a margine del Forum di Davos, ha dichiarato che intende riconquistare la penisola, annessa dalla Russia nel 2014, chiedendo ai partner occidentali di fornire più armi. "Il nostro obiettivo è liberare tutti i nostri territori. La Crimea è la nostra terra, il nostro territorio, il nostro mare e le nostre montagne. Dateci le vostre armi e riavremo la nostra terra". La richiesta arriva a poche ore dalla notizia che gli Stati Uniti invieranno un nuovo mega pacchetto di aiuti militari a Kiev, dal valore complessivo di circa 2,5 miliardi di dollari. Lo riporta la Cnn, che cita due fonti bene informate. Si tratta di uno dei pacchetti più consistenti annunciati da Washington dall'inizio della guerra lo scorso febbraio. Nuovi aiuti sono stati annunciati anche da Polonia e Svezia e potrebbero essere finalizzati all'incontro di domani del cosiddetto gruppo di contatto sull'Ucraina a Ramstein e contribuire a facilitare il coordinamento internazionale anche per l'eventuale consegna dei corazzati tedeschi Leopard.
Secondo dirigenti ed esperti statunitensi, se l'esercito ucraino potrà mostrare alla Russia che il suo controllo della Crimea può essere minacciato, ciò rafforzerà la posizione di Kiev in qualsiasi futuro negoziato. Al contempo cresce il rischio che il Cremlino reagisca usando un'arma nucleare tattica, palese l'odierna dichiarazione del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, che ha evocato lo spettro della guerra nucleare. "Domani, nella base Nato di Ramstein, i grandi capi militari discuteranno di nuove tattiche e strategie, nonché della fornitura di nuove armi pesanti e sistemi di attacco all'Ucraina" ha scritto su Telegram. "A nessuno di loro viene in mente di trarre la seguente conclusione elementare: la sconfitta di una potenza nucleare in una guerra convenzionale può provocare lo scoppio di una guerra nucleare" - sottolinea Medvedev. "Le potenze nucleari non hanno perso conflitti importanti da cui dipende il loro destino. Ma questo dovrebbe essere ovvio per chiunque. Anche a un politico occidentale che abbia conservato almeno una traccia di intelligenza".
Corrado Cimador