
L'Unione Europea mantiene ferma la sua posizione sulla transizione verso i veicoli a emissioni zero nel lungo termine. Il confronto sul futuro dell'automotive ha portato a un bilancio in parità tra la Commissione europea e l'industria automobilistica. La Commissione ha concesso flessibilità sulle sanzioni per le emissioni del 2025, ma ha confermato il divieto dei motori termici entro il 2035. Il commissario europeo ai Trasporti, Apostolos Tzitzikostas, infatti, ha ribadito che l'obiettivo del 2035 resta invariato. Il piano conferma anche altre previsioni già emerse: tra queste, l'emendamento che permetterà ai costruttori di evitare le multe per le emissioni di CO2 nel 2025, consentendo di distribuire il calcolo della quota di veicoli elettrici su tre anni e di recuperare gli obiettivi mancati nel 2025 durante il 2026 e il 2027. La Commissione adotterà anche un approccio tecnologicamente neutro considerando anche i carburanti sintetici (e-fuels). Il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, ha criticato il Green Deal, chiedendo risorse adeguate per le imprese e lavoratori e l'autonomia strategica nelle batterie elettriche. Il piano include fondi significativi per stimolare la domanda di veicoli a zero emissioni, come 50 miliardi di euro per la mobilità sostenibile. Sono previsti anche 1,8 miliardi per la produzione di batterie e 570 milioni per infrastrutture di carburanti alternativi e ricarica. Il piano mira alla decarbonizzazione delle flotte aziendali, che rappresentano il 60% delle nuove immatricolazioni nell'UE. Tzitzikostas ha suggerito incentivi fiscali per veicoli a zero emissioni e promuoverne l'uso nelle flotte di noleggio, soprattutto per i turisti. Il piano è stato accolto positivamente dall'industria, ma le reazioni politiche sono più critiche, con preoccupazioni sul divieto dei motori a combustione interna e la competizione della Cina nel settore dei veicoli elettrici.
Corrado Cimador