“Sono felice che abbiamo tutti contro, perché questo significa che siamo nel giusto”. Con queste parole Gianluca Iannone, il Presidente di CasaPound nazionale, ha benedetto l’apertura della centotrentaduesima sede della sua organizzazione, oggi partito, a Trieste. Un riferimento sia a livello nazionale sia a livello locale, visto che proprio qualche ora prima a pochi metri di distanza dalla nuova sede battezzata “Audace” si era svolta una manifestazione contro la sua apertura, e che proprio da essa si era staccato un gruppetto che era venuto a provocare i partecipanti all’inaugurazione, senza, però, causare scontri grazie all’intervento della polizia e del servizio d’ordine di CasaPound.
Una festa con cibo e musica alla quale hanno preso parte un centinaio di membri e simpatizzanti triestini e non solo. Gli iscritti a CasaPound ci racconta il responsabile regionale Nicola Di Bortolo sono circa duecento e a Trieste aggiunge il responsabile provinciale Francesco Clun 80, anche se secondo lui l’apertura di questa nuova sede dovrebbe aumentare l’interesse e si conta, quindi, di poter arrivare almeno a 150. La sede, come ha spiegato Clun, “vuole essere un luogo di incontro per tutti” e rappresenta il primo passo per entrare nell’agone politico triestino. D’altronde neanche Di Bortolo nasconde le velleità da partito politico che ormai ha assunto l’organizzazione nella quale entrò dieci anni fa con “l’idea di fare volontariato”. Su questo, infatti, si basa la politica dal basso che porta avanti Casapound in tutta Italia con collette, azioni di pulizia delle strade e progetti di solidarietà in modo da avvicinare quelli che loro considerano i loro elettori privilegiati: “gli italiani in difficoltà”.
A detta loro “tutti i cittadini italiani” possono iscriversi a CasaPound senza distinzioni “basta essere cittadini e pagare le tasse”. Tra di loro dicono che ci sono membri anche non di origine italiana, e che quindi non esistono preclusioni. Questo vale anche per la Comunità slovena, con parte della quale, però ammettono non esiste un buon rapporto per i pregiudizi che secondo loro ha quest’ultima nei loro confronti. Prima sfida anche a livello regionale le prossime elezioni europee alle quali Casapound ha annunciato di volersi presentare “per vincere” ci assicura Iannone e scardinare l’Europa da dentro. Si penserà poi ad allargarsi ulteriormente in regione dove CasaPound si contende il terreno con un’altra organizzazione di matrice “fascista”, Forza Nuova. Con questa ci spiega Di Bortolo “non esistono rapporti” visto che il partito di Fiore è profondamente cattolico mentre CasaPound è “laica”. Una posizione ribadita anche da Clun che alla domanda se in futuro il consigliere triestino Fabio Tuiach, transfuga di Forza Nuova, potesse avvicinarsi a CasaPound ha risposto rigettando ogni possibilità visto la profonda “religiosità” che anima il pugile triestino.
Per quanto riguarda le politiche migratorie CasaPound abbraccia le scelte del governo e si augura la chiusura dei confini, anche quello tra Italia e Slovenia. Secondo loro non ci sarebbero problemi. “I triestini andavano alla domenica a pranzo in Slovenia e Croazia anche quando c’era il confine”, ironizza Clun sottolineando la necessità di difendere l’Italia dall’arrivo dei migranti.
Barbara Costamagna