È stato per la prima volta un 25 aprile diviso e carico di polemiche quello vissuto a Trieste. La cerimonia alla Risiera di San Sabba è stata turbata dalle divisioni fra l'amministrazione comunale e l'Associazione nazionale partigiani, che aveva accusato il Comune di non aver voluto dare la parola alle organizzazioni che rappresentano la lotta di Liberazione.
Anpi, sindacati e altre organizzazioni hanno dunque dato vita a un breve corteo che ha atteso all'esterno la fine della cerimonia, mentre all'interno della Risiera si pronunciavano i discorsi ufficiali. Il sindaco, Roberto Dipiazza, ha definito la resistenza "un patrimonio del Paese", invitando a ripartire dal 25 aprile per ritrovare unità, ma senza mai pronunciare le parole fascismo o nazismo e ricordando i fischi che avevano interrotto il suo intervento lo scorso anno.
La polemica istituzionale è scattata anche dopo l'intervento del sindaco di San Dorligo della Valle, Sandi Klun, peraltro applaudito dai presenti, che aveva ribadito la critica alla Regione sulla vicenda delle mozioni sulle Foibe e criticato l'atteggiamento del governo che tenderebbe a svilire il significato della Festa della Liberazione. Parole che hanno suscitato la reazione del presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, unico esponete della Lega in Italia a presenziare a una manifestazione del 25 aprile: "Vengono utilizzate le istituzioni da rappresentanti della sinistra, anche in discorsi ufficiali, per fare politica umiliando morti, vittime e sofferenze", ha detto. "Reputo questo inaccettabile: per questo ho voluto essere presente, per testimoniare che per qualche istituzione, come la Regione, la memoria è sacra e il rispetto di tutti".
Klun ha però ribadito le sue parole: "Ho fatto solo un elenco di cose che reputo un po' preoccupanti in questo momento storico", ha spiegato. "Forse è l'effetto delle elezioni europee ma non mi sono inventato nulla".
Al termine della cerimonia, che ha visto la partecipazione di meno di 500 persone, il cortile della Risiera si è ulteriormente riempito dopo l'ingresso del corteo con le bandiere dell'Anpi, dei sindacati, ma anche della Palestina e dei partigiani di Tito. Il coro partigiano Pinko Tomažič ha eseguito dei brani inframezzati dagli interventi, fra gli altri quello del vicepresidente nazionale dell'Anpi, Emilio Ricci, che ha ribadito la necessità di difendere i valori della Costituzione: "Noi siamo un'organizzazione raccoglie tutti gli antifascisti in buona fede - ha detto - aperta a tutti coloro i quali vogliono manifestare la propria fede antifascista e non abbiamo preclusioni di nessun tipo".
Alessandro Martegani