C’era attesa in Italia, ma soprattutto in Friuli Venezia Giulia, per l’esito della visita a Lubiana di Luigi di Maio, ministro degli esteri che ha avviato una serie di contatti per garantire una riapertura dei confini con l’Italia.
Nonostante Roma abbia deciso di consentire l’ingresso di tutti i cittadini dell’area Schengen dal 3 di giugno, paesi confinanti come Austria e Slovenia, ma anche altri come la Grecia, continuano a limitare l’accesso al proprio territorio agli italiani
Da qui la decisione di Di Maio di andare a Lubiana, una visita che è stata preceduta da una serie di contatti e incontri collaterali, fra gli altri quello dell’ambasciatore sloveno in Italia Tomaž Kunstel e il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, in cui era stata ribadita la necessità di consentire l’accesso in Slovenia senza restrizioni almeno agli abitanti di regioni come il Friuli Venezia Giulia, con un bassissimo tasso di contagi e strettamente legata alle aree di confine.
Di Maio, che si è confrontato anche con lo stesso Fedriga, a poche ore dall’incontro aveva sottolineato come “durante questa emergenza abbiamo mantenuto con la Slovenia stretti contatti e portato avanti una leale collaborazione”. “Stiamo entrando nel pieno della stagione estiva – ha aggiunto - e per dare lavoro e ossigeno ai nostri imprenditori, artigiani, albergatori, ristoratori, negozianti dobbiamo permettere ai turisti stranieri di arrivare in Italia. Quindi bisogna evitare blocchi e discriminazioni”.
In settimana a Lubiana era giunta anche una rappresentante dell'Istituto superiore di sanità italiano per uno scambio di dati e informazioni con i colleghi dell'Istituto nazionale di sanità pubblica. Ieri esponenti della minoranza slovena in Italia avevano incontrato il presidente Borut Pahor, per parlare anche della cerimonia di restituzione del Narodni dom di Trieste alla comunità linguistica locale
Proprio l’incontro fra il presidente Pahor e la comunità slovena in Italia ha però provocato le critiche dell’Unione degli istriani, che ha sottolineato come all’ordine del giorno degli incontri di Di Maio ci sia la “questione relativa alla riapertura dei confini tra Italia e Slovenia”, ma anche “due argomenti che ci riguardano direttamente: la cerimonia del 13 luglio per la “restituzione” del Balkan alla minoranza slovena in Italia e la “preoccupazione” per l’istituzione della solennità del 12 giugno quale Giornata della Liberazione della Città di Trieste dall’occupazione jugoslava”.
“A differenza del silenzio della Farnesina nei nostri confronti” aggiunge la nota dell’Unione degli istriani “i vertici della minoranza slovena in Italia erano invece già ieri a Lubiana, convocati dal Capo dello Stato Borut Pahor, per concordare l’agenda di oggi e predisporre la solita lista della spesa da consegnare a Roma.”
Alessandro Martegani