In Friuli Venezia Giulia l’infezione si può contenere ma è necessario, accanto all’impegno della protezione civile e della macchina sanitaria, anche il rispetto delle regole da parte dei cittadini.
Il Presidente della Giunta Regionale Massimiliano Fedriga e l’assessore alla Sanità Riccardo Riccardi, hanno fatto il punto sull’emergenza coronavirus in Friuli Venezia Giulia nel corso di una video conferenza stampa con i giornalisti.
L’importante al momento, ha detto Fedriga, accanto al contenimento dei contagi, è pensare ad aumentare il numero dei posti disponibili negli ospedali, in particolare in terapia intensiva. Combinando quelli che possono essere attivati autonomamente dalla regione, con le strutture che dovrebbero arrivare dal Governo, si potrebbero mettere a disposizione 145 posti. La Regione si sta anche muovendo per ottenere forniture mediche da altri paesi, anche se devono ancora essere verificate le possibilità di passare le dogane.
La cosa più importante al momento, ha però detto Fedriga, è contenere l’infezione e questo si può fare solo con la collaborazione di tutti. “Non c’è il sistema sanitario che lavora e gli altri che possono state a guardare – ha spiegato -: deve esserci una collaborazione da parte di tutti. Come Presidente di questa regione non posso che dire ‘state a casa’. Uscire è l'eccezione, questa è la responsabilità che ognuno ha per tutelare la propria salute e quella degli altri. Prima viene il buon senso, poi il rispetto del decreto: non è che se una cosa è consentita dal decreto allora si può stare in giro. Bisogna limitare al massimo spostamenti e contatti.”
Rispetto ad altre regioni il Friuli Venezia Giulia ha avuto meno contagi, grazie alla procedura di ricerca dei casi e dei contatti avuti dai positivi, e delle misure di contenimento messe in campo ancor prima di avere il primo positivo. La regione è ancora in grado di contenere l’epidemia e le prossime settimane saranno decisive.
Fedriga ha poi sottolineato come ci siano progressi nello sblocco dei traffici merci attraverso i confini, in particolare quelli con la Slovenia. La decisione i fermare anche il traffico merci aveva provocato una durissima presa di posizione da parte dello stesso Fedriga, che però sottolinea come la situazione stia migliorando. “In questi giorni penso di aver fatto più chiamate alle ambasciate e al ministro De Micheli che altro. Ho parlato personalmente con il console sloveno, con l’ambasciatore serbo, e con l'ambasciata dell'Ungheria, e questa mattina mi dicono che la situazione è in netto miglioramento. Stiamo riuscendo a far partire i camion”.
“Capisco bene – ha aggiunto - le misure prese nei diversi stati per tutelare la salute della popolazione, cosa che peraltro condivido, altra cosa però è bloccare il traffico merci, perché significa anche mettere in difficoltà l’approvvigionamento di beni essenziali come alimentari o farmaci. Mi rendo conto di aver usato parole forti nei giorni scorsi - ha concluso -, ma era necessario per consentire una collaborazione costruttiva, e utile anche per paesi limitrofi. Tengo a sottolineare che se tutti i paesi si comportassero in questo modo, chiudendo le frontiere anche alle merci, l'approvvigionamento di beni prima necessità per i singoli paesi sarebbe drammatico, per tutti, non solo per chi si ferma al confine di Fernetti o a quello goriziano”.
Alessandro Martegani