La decisione del governo sloveno di chiudere le frontiere e di fatto impedire l’ingresso ai cittadini italiani nel paese, ha colto di sorpresa anche gli amministratori locali dell’area di confine.
All’interno di una situazione già molto complicata, la mossa di Lubiana viene però interpretata come una legittima decisione, anche se estrema, da parte dello stato confinante. Non manca però la preoccupazione per i lavoratori transfrontalieri e per i progetti di collaborazione con i comuni sloveni nell’area di confine.
“Ognuno fa quello che ritiene giusto per il proprio paese. – dice il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza -. La situazione cambia di ora in ora ed è giusto che un governo assuma le decisioni che ritiene necessarie per tutelare la salute dei cittadini”.
“Certo però che la situazione è drammatica – aggiunge -: ho passato 20 anni a sviluppare la città e le sue risorse, ad aprirla verso il mondo, e ora mi vedo crollare tutto nel giro di pochi giorni. Siamo demoralizzati, ma dobbiamo trovare la forza per guadare avanti e sperare che con la primavera questo momento finisca, e si possa ricominciare a lavorare e a guardare allo sviluppo della città”.
Non fa drammi nemmeno Sandy Klun, sindaco di San Dorligo – Dolina (comune che, prima dell’ingresso della Slovenia nell’Unione europea e della firma del trattato di Schengen, era fra i promotori della manifestazione “confini aperti”), che sottolinea come “in realtà le misure già in atto in Italia limitano di fatto gli spostamenti, e quindi gran parte della popolazione, perlomeno per ora, non dovrebbe risentirne. Certo, - aggiunge - ci sono molte persone che vengono a lavorare in Italia dalla Slovenia e dalla Croazia che avranno dei disagi, così come gli italiani che lavorano in Slovenia. Forse si tratta di un provvedimento un po’ troppo duro, - conclude - ma bisogna vedere per quanto tempo durerà”.
Il primo a intervenire però è stato Rodolfo Ziberna, Sindaco di Gorizia, città che vive da sempre con l’adiacente Nova Gorica un rapporto stretto e di interdipendenza. “Al di là del fatto - ha scritto il primo cittadino della città isontina su Facebook - che, se la situazione non fosse drammatica verrebbe da sorridere al pensiero che a far chiudere nuovamente i confini sia stato un virus, dopo tutte le battaglie fatte per evitare nuovi muri, il provvedimento – spiega - fa capire quanto il momento sia difficile e ormai non ci sia distinzione fra zone con alto tasso di contagiati e zone con casi limitati come la nostra, dove le persona positive sono 5, tutte in buone condizioni”.
Ziberna ha anche confermato che “la collaborazione, il sostegno reciproco e l’amicizia con i sindaci di Nova Gorica e Sempeter Vrtojba proseguono ancora più intensamente e i progetti comuni saranno portati avanti.
Stiamo lavorando per fornire a tutti adeguate informazioni per limitare i disagi dovuti a questi straordinari cambiamenti della nostra vita quotidiana ma ci stiamo anche impegnando perché la nostra economia possa rialzarsi al più presto”.
Alessandro Martegani