Lentamente, ma le possibilità di movimento in Europa cominciano ad ampliarsi: se da una parte le intenzioni di paesi come l’Austria rimangono molto prudenti, la decisione della Croazia di concedere l’ingresso ai cittadini dell’Unione europea, per raggiugere case di vacanza o imbarcazioni, e la possibilità di rimanerci, ha aperto nuove prospettive.
Per quanto riguarda i residenti in Italia però per ora raggiungere una casa di vacanza in Croazia rimane ufficialmente un miraggio: anche nel testo del decreto che regolerà la vita del paese a partire da lunedì, rimane il divieto di uscire dalla regione, nemmeno per visitare congiunti, a meno di non avere gli ormai noti motivi di lavoro, salute, comprovate necessità, e la regola che vale anche per andare all’estero. Nulla dunque è cambiato.
Il tutto però si basa in gran parte sulla fiducia, e i motivi per viaggiare fra le regioni o uscire dal paese vanno autocertificati. Anche se si riuscisse ad uscire dal paese, ad attraversare la Slovenia in 24 ore e a raggiungere la Croazia, i problemi sorgerebbero comunque al rientro, visto che rimane tutt’ora in vigore l’obbligo, fatta eccezione per i lavoratori transfrontalieri e i proprietari di terreni oltreconfine, di sottoporsi a 14 giorni di quarantena fiduciaria una volta rientrati in Italia, anche se asintomatici.
Anche in questo caso però, a meno di non essere controllati al passaggio del confine, ci si affida alla coscienza e al senso civico del singolo cittadino.
Le pressioni per ampliare le possibilità di passaggio però aumentano, sia per uscire dal paese e rientrare senza quarantena, sia per consentire agli italiani all’estero di visitare i congiunti. La Camera dei Deputati italiana ha recentemente approvato un ordine del giorno, firmato fra gli altri dai deputati della Lega Eugenio Zoffili, Simone Billi e Alessandro Vigna, che impegna il governo a “prevedere l’ingresso temporaneo in Italia dei residenti all’estero per far visita ai propri familiari senza fare la quarantena obbligatoria”, analogamente a quanto previsto per i cittadini italiani, che possono far visita ai congiunti all’interno della regione di appartenenza.
Nel testo si ricorda come al momento sia possibile venire in Italia per motivi di lavoro per un periodo al massimo di 5 giorni, senza sottostare alla quarantena, ma non è possibile visitare i familiari. Le attuali regole dicono i formatari, non tengono conto delle situazioni di frontiera di Svizzera, Austria, Slovenia e Francia, “in cui storicamente i cittadini italiani hanno spostato la propria residenza anagrafica per ragioni lavorative e familiari”, mantenendo però affetti in Italia.
Anche lo stesso Presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, in vista del riavvio delle attività economiche, ha sottolineato la necessità “di aprire in tempi rapidi un confronto con Austria e Slovenia per valutare la situazione delle riaperture dei confini”.
Alessandro Martegani