Nuovo sgombero a Trieste: questa mattina gruppi di migranti accampati nelle vecchie strutture del Porto vecchio, dove si erano stabiliti in seguito alla chiusura del Silos di questa estate, sono stati identificati e trasferiti.
Sotto la tettoia dell’uscita dell’antico scalo erano accampate da mesi un centinaio di persone in tende da campeggio e ripari di fortuna, e nei giorni scorsi il sindaco Roberto Dipiazza aveva auspicato lo sgombero.
Si tratta della seconda grande operazione di sgombero dopo quella dello scorso 21 giugno, quando fu chiuso il cosiddetto Silos, che si trova a pochi metri dal luogo teatro dello sgombero di oggi. L’operazione di questa estate non aveva però risolto il problema: i migranti, che continuano ad arrivare numerosi a Trieste lungo la rotta Balcanica, (passando per i boschi e i valichi minori, a dispetto dei confermati controlli alle frontiere e dei trasferimenti in strutture specifiche fuori regione), si erano semplicemente trasferiti a pochi metri di distanza, nel Porto vecchio, nell'area dell'uscita e in alcuni edifici portuali abbandonati, in attesa di trovare ospitalità nelle strutture cittadine.
Addetti di Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Carabinieri, Esercito e Polizia locale hanno partecipato all’operazione di oggi, (controllata anche dai rappresentanti delle associazioni della rete solidale, contrarie allo sgombero), che si è svolta in un clima tranquillo.
Non altrettanto tranquille sono però state le reazioni dell’opposizione in città e in regione. “Questa situazione era ampiamente prevedibile” ha commentato Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l'Autonomia, presente nel momento del trasferimento delle persone migranti di questa mattina in Porto Vecchio. “Dopo il propagandistico sgombero del Silos dell’estate scorsa, ci troviamo ad assistere a una nuova prova muscolare contro persone che non cercano altro che un riparo, e istituzioni nel frattempo non hanno fatto niente per trovare una strada percorribile, una soluzione che dia risposte ai bisogni di queste persone. Ancora una volta sottolineiamo il fallimento della politica di centrodestra nella gestione dei flussi migratori”.
Massolino ha anche sottolineato coem questo avvenga “mentre si montano gli alberi di Natale in piazza Unità, in una Regione che sta discutendo un bilancio annuale che permetterebbe, volendolo, di affrontare in modo efficace e, sottolineo, umano la questione del ricovero delle persone migranti. Abbiamo proposto un emendamento a bilancio lo scorso dicembre e lo rifaremo. Siamo un Paese civile: dimostriamolo”.
“Si fa propaganda inscenando trasferimenti all’alba di richiedenti asilo, che la Prefettura potrebbe e dovrebbe pianificare con continuità senza clamori – ha aggiuntp Leo Brattoli, Portavoce di Adesso Trieste, anche lui presente -. Il Comune nel frattempo tiene a mezzo servizio e senza fogne il campo scout di Campo Sacro e si ostina a non utilizzare il mercato coperto di via Gioia, lasciando decine di persone di ogni età al freddo e alle intemperie e alimentando volutamente i disagi per la cittadinanza. Un cinismo di cui tutti oramai ci rendiamo conto, con cui Dipiazza e la sua giunta fanno il male dei migranti e dell’intera città”.
Anche per il Consorzio italiano di solidarietà si tratta di "un’operazione che maschera il fallimento senza risolvere nulla". "Lo “sgombero” dei migranti dall’area del Porto Vecchio, in corso nella giornata odierna - dice una nota dell'ICS -, si configura come un semplice trasferimento di richiedenti asilo costretti a vivere in condizioni precarie e pericolose dopo la chiusura del Silos lo scorso giugno. Questo trasferimento permetterà finalmente a queste persone, fino ad ora abbandonate, di accedere all’accoglienza che spetta loro in base alle normative vigenti, finora disattese", ma "l’operazione odierna rappresenta l’ennesima dimostrazione di una gestione straordinariamente carente." "L’intervento odierno si limita a coprire un persistente fallimento nella gestione della prima accoglienza a Trieste, senza risolvere nulla. Offre un sollievo temporaneo alle persone coinvolte, ma il rischio è che – in poche settimane – si ripresentino gli stessi fenomeni di abbandono, perpetuando un ciclo di inadempienze istituzionali apparentemente senza fine".
Si segno opposto il commento dell'assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti, che ha parlato di "Un'operazione di sistema nel segno della sicurezza del territorio", "Al momento - ha aggiunto - sono stati individuati 170 migranti che verranno accompagnati fuori regione, dopo essere stati censiti nell'area di Porto Vecchio. Nel corso della giornata potrebbe essere individuata qualche altra persona che si potrebbe aggiungere a questo già consistente gruppo. Aggiungendo anche i trasferimenti ordinari, questa settimana a lasciare il Friuli Venezia Giulia saranno in totale 230 persone".
"Ciò - ha detto - consentirà di dare una boccata d'ossigeno alla città e permetterci di lavorare piů serenamente sull'accoglienza che, pur con dei numeri più che dimezzati degli arrivi, stava dando segni di problematicità".
Alessandro Martegani