"Vola Colomba" (ispirandosi alla nota canzone di Nilla Pizzi dedicata alla città di Trieste), è il titolo della manifestazione organizzata dal Comune di Trieste, dedicata al 70esimo anniversarsio del ritorno della città all'Italia. Due importanti mostre fotografiche degli anni tra il 1945 ed il 1954.
Si tratta quindi delle cronistorie di quanto avvenuto a Trieste in quel periodo, con alcuni oggetti d'epoca e testimonianze fotografiche in particolare di Ugo Borsatti, ma anche di Adriano de Rota, Livio Amstici e Gianni Anzalone, oltre agli archivi comunali.
Ce ne ha parlato l'assessore alla cultura del Comune di Trieste, Giorgio Rossi:
"Io ho 77 anni, quindi ho vissuto in prima persona sia l'esodo istriano, perché sono nato a Umago, ma soprattutto questa giornata del ritorno di Trieste all'Italia, in cui è successo di tutto. Tutta Trieste in piazza, una piazza piena con 100.000 persone, quindi un entusiasmo, una carica, ma soprattutto una speranza. Speranza per il futuro, perché si veniva dal dopoguerra, la ricostruzione, lo spostamento di massa dei profughi. Trieste è una città super accogliente a cui dobbiamo dire grazie.
Ma soprattutto queste sono mostre che fanno riflettere i giovani, che dovrebbero venire a vederla per capire quello che è stato il sacrificio dei padri e dei nonni. Un sacrificio anche di sangue, oltre che di abbandono dei propri beni, abbandono del proprio lavoro. Quindi momenti difficili, in cui però c'è stato questo coraggio per ricostruirsi un futuro. Oggi ci deve essere questo coraggio, soprattutto per le nuove generazioni, di andare avanti. Trieste è una città che, se è arrivata a questo livello, così ospitale, oggi con grande flusso turistico, di grande cultura e tante altre cose, come gli eventi sul porto vecchio, tutte queste idee che sono venute fuori. Bisogna avere il coraggio di prendere in mano questa situazione e non abbandonare la città, lavorare qui, mettere su famiglia. Quindi siamo passati da momenti di sconforto, per fortuna di settant'anni fa, a grande lungimiranza per quello che sarà il futuro."
Davide Fifaco