È andato a Zeno d’Agostino, da 5 anni alla guida dell’Autorità portuale di Trieste, il San giusto d’oro 2019, il premio che oggi anno i giornalisti della città assegnano a chi ha onorato il nome del capoluogo giuliano nel mondo.
Il riconoscimento (un po’, come l’ha definito il presidente dell’Associazione della stampa del Friuli Venezio Giulia, Carlo Muscatello, l’Oscar della città), è giunto dopo anni di sviluppo continuo dello scalo, frutto di una dedizione e competenza che ha visto l’appoggio di differenti schieramenti politici: “A trecento anni dalla nascita del Porto Franco - ha spiegato Muscatello - il San Giusto d’oro a Zeno D’Agostino e al suo personale contributo allo sviluppo del porto, dunque del futuro di Trieste, va a premiare una crescita fatta di numeri importanti e in continua ascesa, ma soprattutto la visione, la capacità di integrare i territori e di non accontentarsi della pur significativa crescita occupazionale”.
D’Agostino ha sottolineato come il merito del riconoscimento vada condiviso con chi ha lavorato con lui in questi anni, confermando come ormai si senta parte della città, una cittadinanza ora ufficializzata dal San Giusto D’oro: “Dopo il fidanzamento, con una giornata come quella di oggi è arrivato il matrimonio” ha detto dopo aver ricevuto la statuetta, “è il suggello dell'amore, almeno per quanto mi riguarda, nei confronti in questa città che mi ha dato tanto”.
Guardando indietro D’Agostino ha indicato soprattutto lo sviluppo del Porto Franco fra i risultati raggiunti: “Gli abbiamo dato una dignità tecnica e globale, per cui oggi abbiamo qui ambasciatori tutti i paesi e gli operatori tutti i paesi che vengono a Trieste”.
Nel corso della cerimonia, organizzata nella sala del Consiglio comunale di Trieste alla presenza, fra gli altri, del sindaco Roberto Dipiazza, è stata consegnata anche la targa speciale del San Giusto d’oro all’Associazione Giuliani nel mondo, organizzazione che festeggia mezzo secolo di attività, in cui ha tenuto i contatti con i giuliani emigrati in cinque i continenti, come ha confermato il presidente, Dario Locchi: “E’ un riconoscimento che ci fa molto piacere , anche perché il prossimo anno saranno 50 anni che la nostra associazione opera. Abbiamo una cinquantina di circoli sparsi per il mondo e il prossimo anno renderemo nota l'attività dell'associazione. Questo riconoscimento premia il nostro lavoro, che è un lavoro fatto da volontari, sia pure con il sostegno determinante della Regione e la collaborazione degli enti locali”.
Locchi ha ricordato come l’organizzazione guardi a tutti coloro che hanno deciso o hanno dovuto lasciare la propria terra, sia gli emigrati storici, sia quelli partiti in questi anni. “Noi per Giuliani intendiamo tutti quelli che sono andati via, dalla provincia di Trieste, di Gorizia, ma anche dall'Istria, da Fiume, da Pola, da Zara, dalla Dalmazia. Quindi abbiamo questi tre filoni dell'emigrazione, filoni storici, ai quali si è aggiunta negli ultimi anni quella che noi chiamiamo la nuova emigrazione, un fenomeno che interessa tutto il nostro paese, e quindi anche la Venezia Giulia, perché molti dei nostri giovani lasciano nostra terra e per cercare fortuna altrove, e un impiego più adeguato a quelle che sono le loro speranze”.
Alessandro Martegani