Foto: Martegani
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Un nuovo ricorso contro il decreto Salvini, che prevede il finanziamento della Cabinovia Trieste Opicina. La battaglia giudiziaria, prima che politica, del comitato No Ovovia, che ormai da anni si oppone alla funicolare fra Trieste e il Carso, si arricchisce di un nuovo fronte, con un ricorso presentato al TAR dai residenti delle zone coinvolte nel progetto, con l’ausilio del Comitato, contro il Decreto Salvini, che assegna al Comune di Trieste il finanziamento sostitutivo a quello del PNRR, perso alcuni mesi fa, per finanziare un’opera che, ancor prima di cominciare, ha visto crescere i costi da 48 a 62 milioni di euro.
“Abbiamo esaminato con i nostri legali il decreto – spiega il portavoce del Comitato William Starc - e abbiamo potuto capire alcune cose, che ci hanno permesso di fare il ricorso: la prima riguarda il fatto che il progetto della Cabinovia non è stato mai esaminato nel bando originario, per cui oggi il comune diventerebbe beneficiario del decreto Salvini; il progetto poi non aveva i requisiti di ammissibilità al bando e, terzo, gli elaborati erano insufficienti rispetto a tutta una serie di analisi che dovevano essere fatte, per cui abbiamo ritenuto che fosse necessario impugnare l'atto”.

Foto: Martegani
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“I fondi del PNRR - aggiunge – erano fra l’altro insufficienti, perché da quando è stato approvato e messo in gara il progetto, i costi della cabinovia sono passati da 48 a quasi 62 milioni: si faceva fronte alla differenza di 14 milioni con un finanziamento specifico, che il governo aveva messo a disposizione, e vorremmo sapere se oggi quei fondi esistono, o non esistono più. Caduto il PNRR, cadono anche questi fondi? Perché parliamo di 14 milioni di euro, non di bruscolini. Vorremmo avere delle risposte in merito da parte dell'amministrazione comunale, perché qui si continua a parlare, giustamente, di Porto vivo, però della Cabinovia nessuno parla più. Prendiamo invece atto che si continua a prevedere parcheggi in Porto vecchio, ampliamenti stradali in costiera e via così, quindi tutta l'ipotesi che reggeva la Cabinovia, contenere il traffico, viene smentita quotidianamente da queste scelte”.
Starc sottolinea anche come le risorse del PNRR originariamente destinate alla Cabinovia ,siano state riassegnate, a riprova che la posizione del Comitato, che chiedeva di dirottare i fondi Pnrr su una linea di Tram da Barcola a Largo Irneri, era sempre stata corretta: “Quando abbiamo presentato il progetto dei tram da Barcola Bovedo a largo Irneri, liberando le rive, non sottraendo un solo metro quadro alla circolazione stradale, ci è stato detto ‘niet’ perché non si possono dirottare i fondi da nessuna parte e non si può cambiare l'oggetto del finanziamento: oggi invece i 48 PNRR milioni ci vengono sottratti e vengono messi a disposizione per le linee tranviarie di Padova. Una beffa totale. Lasciamo ai cittadini capire le cose, poi noi avremmo bisogno, per mettere a posto definitivamente il tram di Opicina, di rimodernarlo mettere carrozze prolungare le linee, La città ama queste cose, e ci dispiace vedere che non viene capita l'importanza di questa cosa da parte di chi sta alla guida della città”.
Esaminando il decreto Salvini e i documenti citati nello stesso, ha spiegato Starc, risulta che il nuovo finanziamento della Cabinovia viene reperito da uno stanziamento precedentemente assegnato al Comune di Padova, che, a parità d’importo, usufruirà di quello PNRR originariamente previsto per Trieste. Ma le risorse finanziarie padovane derivano da un bando emesso dal MIT con scadenza 15/01/2021, denominato “Avviso n.2 per la presentazione di istanze per accesso alle risorse destinate al Trasporto Rapido di Massa ad Impianti Fissi”, nella cui graduatoria il Comune di Padova ha ottenuto ulteriori 97 milioni per il tram, per completare il finanziamento dei 238 milioni già assegnati. Il Decreto Salvini, ha concluso, “gira al Comune di Trieste parte delle risorse già assegnate a quello di Padova, ma il Comune di Trieste non è mai stato nella graduatoria dei classificati dell’Avviso n.2. Un tale disinvolto travaso presenta oggettivi caratteri di illegittimità che costituiscono la motivazione del nuovo ricorso presentato dai residenti”.

Alessandro Martegani