Foto: Radio Capodistria
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"Abbiamo scritto questa lettera", ci ha spiegato Riccardo Laterza, uno dei promotori di questa proposta di incontro tra giovani triestini e fiumani, "innanzitutto, perché ci sentiamo indignati e preoccupati per alcuni passi indietro che, con la posa della statua a D'Annunzio in piazza della Borsa, sono stati fatti sulla strada del dialogo e della cooperazione pacifica tra popolazioni e culture che sono naturalmente intrecciate tra loro da secoli, ma che oggettivamente nello scorso secolo sono state caratterizzate da violenze ed odi reciproci.

Una pagina della storia che sembrava potesse essere definitivamente archiviata negli ultimi anni, ma che in realtà secondo Laterza "riemerge invece periodicamente per ragioni che non sono tanto legate a tensioni reali, ma per lo più a fini elettorali". "Il sindaco attuale di Trieste Roberto Dipiazza", continua, " è, ad esempio, lo stesso sindaco che nel 2010 aveva con forza promosso eventi come il concerto dei tre presidenti, che aveva simboleggiato un ricongiungimento tra popoli e nazioni che in passato si erano scontrati, e che oggi celebra il centenario della cosiddeta 'impresa di Fiume' come un momento centrale della storia della città, quando invece ha aperto solo un capitolo drammatico della storia delle popolazioni del litorale adriatico". "Vista dall'esterno", ci dice Laterza, "una cosa del genere può sembrare inspiegabile, ma in realtà è chiaro che oggi da un certo punto di vista paga utilizzare questo tipo di retorica nazionalista che molti di noi speravano appartenesse al passato, visto che in realtà quotidianamente ormai la convivenza pacifica viene applicata da anni".

Questa strategia, però, come ha dimostrato anche questo caso non appartiene solo al panorama politico italiano.

"Io conosco la realtà della nostra città e non mi permetto di entrare in altri contesti", ha risposto Laterza, "anche se penso che l’utilizzo del passato a fine elettorali è una pratica abbastanza diffusa e d’altronde i toni delle repliche che sono state portate avanti negli ultimi giorni rispetto alla vicenda della quale stiamo parlando si richiamano non tanto ad una dimensione collaborativa ma puntano su accenti nazionalisti che sappiamo bene cosa hanno prodotto nel contesto dei Balcani negli anni Novanta. Il punto non è ribadire una o l’altra posizione a livello nazionale ma andare verso una maggiore integrazione a livello europeo".

Ma cosa non va proprio ai giovani di Trieste della statua di D'Annunzio?

"É un dato di fatto", ci spiega il rappresentante di questo collettivo, "che si sia giocato molto sulla figura ambigua di D’Annunzio, al quale nessuno nega i meriti letterari, ma del quale probabilmente a molti sfugge il significato dato alla sua statua da parte dell’amministrazione comunale che ha deciso di inaugurarla in una data che simboleggia l’inizio della marcia dei legionari. Il problema è, però, che forse solo chi vive qua capisce le difficoltà sorte da quella pagina della storia ed il lavoro fatto per cercare di superare tutto questo. É anche vero, però, che tutti coloro che vivono in quest’area hanno di fatto nella quotidianità superato questi eventi. Una dimostrazione di ciò l'abbiamo avuta quando hanno proposto la chiusura del confine tra Italia e Slovenia ed a Trieste questa proposta non ha trovato consensi, neanche tra gli elettori del centro destra che non concepiscono di tornare ad una condizione che ormai appartiene al passato".

Ma da Fiume è arrivata qualche risposta?

"Abbiamo avuto dei contatti con persone singole che ci hanno scritto sulla nostra pagina od in calce ad articoli pubblicati da testate fiumana", ci ha rivelato Laterza, "Quello che ci piacerebbe realizzare sarebbero delle iniziativa concrete tanto a Trieste quanto a Fiume per costruire una sorta di gemellaggio dal basso. Concludiamo la lettera ricordando che il prossimo anno Trieste sarà la capitale europea della scienza e Fiume della cultura e vorremmo fare in modo che queste due appuntamenti importanti siano un’ulteriore occasione per incontrarsi e scambiarsi opinioni sul futuro delle nostre terre. Una cosa che vedo molto difficile possa partire dalle nostre istituzioni, se l’atteggiamento è quello dimostrato in questi giorni".

Barbara Costamagna