Lo scorso luglio il Consiglio regionale del FVG ha approvato la mozione 74 con la quale si intende impedire sul territorio nazionale la somministrazione della triptorelina, un medicinale a carico del Servizio sanitario nazionale, utilizzato per sospendere la pubertà di persone trans. In questo modo ci si attiva per chiedere al Governo che in pratica questa cura venga interdetta in tutta Italia, dove di fatto si impedirebbe quello che è un trattamento ormai comune, che viene utilizzato per ridurre problemi comportamentali ed emotivi, che possono insorgere con la pubertà in adolescenti con variabilità di genere e che ha ricevuto l’avvallo sia del Comitato nazionale di bioetica sia della Società Italiana di Endocrinologia.
D’altronde che la Lega abbia intrapreso una lotta contro quella che loro definiscono l’“ideologia gender”, che sempre secondo loro metterebbe in pericolo “la sanità dei bambini”, è una cosa risaputa e quindi probabilmente la mozione presentata da Mauro Bordin, capogruppo del partito in Consiglio regionale e approvata da tutti i consiglieri tranne un medico che ha votato contro, non avrà sicuramente stupito le associazioni attive nell’ambito Lgbt in regione, che si sono immediatamente attivate per condannare la mozione e mettere in allarme tutta la società civile riguardo un’iniziativa che se passasse creerebbe un ulteriore vuoto legislativo a danno dei cittadini trans.
Ora con la crisi la mozione probabilmente si bloccherà in qualche ufficio romano, ma bisognerà vedere nei prossimi mesi che persorso intraprenderà in quella che sembra essere ormai una vera e propria battaglia del centro destra contro i diritti acquisiti in questi ultimi anni dai cittadini Lgbt e contro la cultura di tolleranza che si sta diffondendo in tutto lo stivale.
Barbara Costamagna