“Il nostro destino è già scritto in modo indelebile fin dalla nascita nella doppia spirale del DNA, oppure dipende dalle, influenze esterne, dalle nostre abitudini alimentari e di vita? E possiamo trasmetterle ai nostri figli?
Sono alcune delle domande a cui ha cercato di rispondere il professor Maurizio De Vanna, nel corso di un incontro organizzato dal Circolo della Stampa di Trieste.
Il dominio del patrimonio genetico sul nostro destino, una teoria che di fatto toglieva perfino il libero arbitrio all’uomo, sembra di fatto essere un concetto che si è ridotto negli anni.
Come ha spiegato il professor de Vanna, il progetto “genoma umano” che ha portato alla fine del secolo scorso alla identificazione dei nostri 25.000 geni, non ha dato i risultati attesi, e oggi ha ripreso consistenza l’idea dell’influenza delle esperienze di vita e dei fattori ambientali sul patrimonio genetico e della stretta interazione tra i due fattori
“È stata una grande delusione - spiega - quando nel Progetto Genoma stati identificati tutti e 25000 geni, ma poi si è visto che non hanno avuto grande importanza per definire le malattie, e per intervenire prima con dei trattamenti, e così via. Ha assunto invece sempre più importanza l'ambiente”.
“Lo stesso Darwin alla fine della sua vita ha detto: “Uno dei più grandi errori che ho fatto era proprio quello di non aver calcolato l'importanza dell'ambiente”. La novità di questa grande scoperta scientifica è la epigenetica, cioè come l'ambiente riesce ad agire sui geni: nell’elica di DNA ci sono delle zone di condensazione e altre invece in cui è più sciolta, e lì è più facile che i geni si esprimano, e subiscano l’influenza di ambiente, inquinamento, sostanze tossiche, dieta, attività fisica, ma anche cultura. Tutto questo va a intervenire sul DNA, senza modificare la sequenza delle basi genetiche, ma soltanto modificando questa conformazione spaziale”.
Questo è un tema che coinvolge due grandi altri nodi etici: quello della predestinazione, secondo cui il nostro destino è già scritto, e la tutela dell'ambiente…
“Quella sulla predeterminazione, cioè se siamo predeterminati o se abbiamo il libero arbitrio, è stata una polemica che ci ha diviso per millenni: ora però si è visto che dipende molto dal nostro comportamento, che modifica l'espressione genica. Il fatto di fumare per esempio: si sapeva che aumentava il rischio per l'individuo di ammalarsi di tumore, ma quello che non si sapeva è che questo rischio viene trasmesso, e questa è la novità di oggi, di generazione in generazione. Abbiamo una responsabilità non solo nei confronti di noi stessi, ma anche delle generazioni successive, figli e nipoti, come minimo fino alla terza generazione”.
Quindi si può dire che l'uomo ha in mano ancora il suo destino?
“Sì, per fortuna sì”.

Alessandro Martegani


Raziskovalci se bodo osredotočili na tri neandertalske gene, ki vplivajo na razvoj možganov in so vseprisotni v ljudeh evropskega in azijskega porekla. Foto: Pixabay
Raziskovalci se bodo osredotočili na tri neandertalske gene, ki vplivajo na razvoj možganov in so vseprisotni v ljudeh evropskega in azijskega porekla. Foto: Pixabay