Non è passato sotto silenzio l’epilogo della seduta del Consiglio comunale di ieri sera a Trieste, con i lavori chiusi quasi all’improvviso, su richiesta della maggioranza, proprio quando si stava per affrontare il tema più atteso dall’opposizione: il progetto di sviluppo del Porto Vecchio presentato la scorsa settimana dalla Giunta comunale e predisposto dalla Costim di Bergamo.
Il piano, come aveva spiegato l’assessore al bilancio Everest Bertoli, rappresenta una sorta di base, che dovrà essere rispettata chi vincerà la gara. La Costim ha presentato il progetto lo scorso agosto, ma per realizzare i lavori dovrà comunque partecipare a una gara pubblica, con il vantaggio però, in caso di sconfitta, di riavere indietro i due milioni e 200 mila euro spesi per la progettazione, o di poter pareggiare la somma offerta dalla società vincente e ottenere l’appalto, che prevede almeno 600 milioni d’investimenti su 65 ettari dell’area del porto.
Di tutto questo si sarebbe dovuto parlare ieri sera, ma la seduta era stata interrotta, fra le proteste del centro sinistra che oggi ha convocato una conferenza stampa per ribadire la contrarietà di metodo seguita dalla maggioranza per un progetto che riguarda tutta la città. “Il Porto vecchio - ha detto Francesco Russo, consigliere comunale del Pd - è la questione che deciderà il futuro di Trieste per i prossimi trent'anni. Non si può decidere senza la collaborazione di maggioranza e opposizione, ma non si può decidere soprattutto senza che i triestini e le triestine conoscano ragionevolmente le finalità di questo progetto e soprattutto la direzione di marcia verso cui porterà il territorio a triestino”.
“Il sindaco – ha aggiunto - ieri ci ha dato la disponibilità ad avere i tempi sufficienti ad analizzare, ad esempio, le migliaia di pagine di progetto che ci sono state consegnate. I suoi assessori però, alcuni in particolare, hanno avuto un atteggiamento di totale non dialogo, ci hanno impedito di discuterne in Consiglio comunale e hanno impedito che ci fosse la sospensione della commissione di domani, a cui tutti, anche i consiglieri di maggioranza, arriveranno senza aver letto le carte. Ecco, secondo noi questo è un atteggiamento che rivela la volontà di non collaborare, spero di non quella di nascondere qualcosa perché voglio credere che tutto sia fatto al meglio, però chiediamo immediatamente un cambio di atteggiamento: noi siamo qui per fare la nostra parte, ma chiediamo che da parte della maggioranza ci sia quella trasparenza che fino ad oggi non abbiamo visto”.
Sulla stessa linea anche gli altri rappresentanti dell’opposizione con Giovanni Barbo del Pd che ha ricordato come il rinvio della discussione, su un tema che riguarda tutta la città, “sia stato uno smacco per l’opposizione, ma anche per la maggioranza”, mentre Alessandra Richetti dei 5 Stelle, ha definito il comportamento della Giunta e del centro destra “incoerente e irresponsabile”: “ci chiedono di collaborare ma poi fanno altro, con una chiusura al dialogo inaccettabile”.
Di “metodo inaccettabile” ha parlato anche Kevin Nicolini, di Adesso Trieste, sottolineando come un progetto di rigenerazione urbana rischi di trasformarsi in una speculazione edilizia, con ampie percentuali di superficie che potrebbero essere destinate all’edilizia residenziale, mentre per Paolo Altin, di punto Franco, “se il progetto del porto sarà un affare di pochi avrà vita corta: la Giunta deve capire che il Porto Vecchio non è un giocattolo della maggioranza”.
Posizioni che però vengono sistematicamente rinviate al mittente da parte degli esponenti della Giunta Dipiazza, che al contrario ricordano come, al netto degli obblighi di riservatezza sul progetto previsti dalla legge sugli appalti, si tratti di un progetto approfondito, emendabile in alcuni aspetti, ma che darà un futuro alla città e al Porto vecchio: tutta la documentazione, ha fatto sapere l’amministrazione, è stata messa a disposizione di maggioranza e opposizione non appena approvata la delibera, e tutte le regole previste sono state rispettate.
Alessandro Martegani