Una cerimonia alla presenza del presidente sloveno, Borut Pahor, che ha sicuramente rafforzato i rapporti tra Italia e Slovenia, quella che si è svolta al Narodni Dom, edificio che nello scorso secolo fu invece il simbolo dell'odio che il fascismo convogliò sulla comunità slovena di Trieste. Oggi ancora sede di una delle facoltà dell'Università triestina, il palazzo verrà però presto restituito alla popolazione slovena. Tra gli interventi che hanno preceduto quello di Pahor c'è stato anche quello del sindaco giuliano, Roberto Dipiazza, che ha voluto ricordare l'eccezionale evento del 2010 quando in Piazza Unità si ritrovarono ad assistere al concerto del Maestro Muti i presidenti di Italia, Slovenia e Croazia, a suggellare l'amicizia e la collaborazione tra questi popoli.
Collaborazione più volte citata dallo stesso presidente sloveno, che nel suo discorso ha voluto sottolineare come dalle difficoltà del passato ci sia ora l'impegno per una convivenza pacifica tra le due comunità residenti nei due paesi. Pahor ha poi letto una missiva che il presidente italiano, Sergio Mattarella, gli ha inviato, in cui spiega le prospettive future comuni ai due Paesi ma più in generale all'Europa. Il capo dello Stato sloveno ha poi auspicato la presenza di Mattarella il prossimo anno, per la manifestazione del centenario. Pahor ha poi aggiunto che le posizioni divergenti non sono un problema, sono una condizione normale, ma è importante il dialogo, esprimere le posizioni diverse in maniera sincera ed aperta, affrontando insieme i problemi, ricordando il passato, come un aiuto a rafforzare ciò che si ha in comune ed impegnandosi ad aprire i confini, per evitare che in futuro accadano ancora tragedie come quella del Narodni dom.
Particolarmente toccante, in conclusione, l'intervento dello storico Raul Pupo, che ha voluto mettere in evidenza la differenza tra frontiera e confini, ribadendo ancora una volta quanto possa essere pericoloso costruire barriere.
Davide Fifaco