Potenziare un’amministrazione pubblica efficiente tramite la promozione della cooperazione giuridica e amministrativa, in particolare con l’intento di eliminare gli ostacoli nelle regioni frontaliere, è l’obiettivo del progetto CrossTerm, che in due anni vuole migliorare la qualità dei servizi linguistici nella pubblica amministrazione. Questi sono alcuni dei traguardi da raggiungere, con una collaborazione a livello transfrontaliero di sei organizzazioni: l’Istituto sloveno di ricerche, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la Comunità autogestita costiera della nazionalità italiana, l’Agenzia regionale per la lingua friulana, l’Università di Lubiana, nello specifico la facoltà di informatica, ed infine il Centro di ricerche scientifiche di Capodistria. Sei partner che sono affiancati da ulteriori enti e comuni.
Il progetto è nato da un’esigenza che arriva direttamente dal territorio, come spiegato da l’Assessore regionale alle lingue minoritarie, Pierpaolo Roberti, in quanto da diversi anni i comuni del Friuli Venezia Giulia in cui si trova la minoranza linguistica slovena, sottolineano le difficoltà che ancora oggi ci sono nella traduzione di alcuni termini giuridici.
“C’è stata la nascita dell’Ufficio centrale per la lingua slovena, un’iniziativa della scorsa legislatura, e quell’ufficio ha lavorato finché è arrivato un primo accordo con la Can Costiera per poter condividere i risultati ottenuti, e oggi è stato fatto questo passo ulteriore. Una progettualità finanziata con un bando Interreg che dà stabilità al progetto e allarga non soltanto quello che è il bagaglio di nozioni già accumulate fino adesso, ma dà anche la possibilità di poter condividere delle esperienze positive.”
Intervenuto alla presentazione del progetto anche Alberto Scheriani, presidente della Can Costiera, partner di CrossTerm.
“Con questo progetto, che ingloba tanti enti anche dell’amministrazione pubblica, sarà importante per la standardizzazione dei termini. Noi andiamo spesso incontro a un problema, ovvero le traduzioni quando vengono fatte, a seconda di chi le fa sono diverse, e ciò non può e non deve succedere. Quindi con questo progetto, che durerà due anni, con tanti esperti del settore all’interno, credo che riusciremo a fare tanti passi avanti nel salvaguardare, migliorare e utilizzare la stessa terminologia al di qua e al di là del confine.”
B.Ž.