"Tempo di cambiamenti", lo slogan che ha contraddistinto il 27 Congresso dell’SKGZ, è stato sicuramente propiziatorio per Ksenija Dobrila, prima donna a guidare l’associazione minoritaria nata nel 1954 e, ricordiamo, una delle due associazioni apicali della comunità slovena in Italia. “Lavorare in sinergia dando priorità all’ affermazione della lingua e della cultura valorizzando le scuole e le organizzazioni primarie dell’Unione” l’impegno della Dobrila che ha ottenuto 120 preferenze. 59 quelle andate all'altro candidato, Igor Kocijančič, che per decisione del Congresso ricoprirà l’incarico di vicepresidente.
“Fare una ricognizione della situazione per delineare un progetto di sviluppo che riguardi tutti i settori; dobbiamo essere proiettati al futuro, dobbiamo guardare ben oltre al domani perché la società è in grande cambiamento e noi dobbiamo trovarci preparati” ha dichiarato la Dobrila non mancando di ricordare che la rappresentatività politica della minoranza al Parlamento italiano sarà uno degli impegni prioritari. “Questo è molto importante, l’abbiamo avuta dal dopoguerra ad oggi ma ora la situazione è cambiata ed molto più fluida dal punto di vista politico. Non avere un punto di riferimento nelle due camere del Parlamento significherebbe una riduzione del livello di tutela e il non avere agganci con le istituzioni a livello centrale” ha affermato la neoeletta presidente ed ha aggiunto che intende proseguire sulla strada avviata dal suo predecessore per quanto riguarda i rapporti con la minoranza italiana di Slovenia e Croazia. “Perché noi condividiamo lo stesso territorio, le preoccupazioni della Comunità italiana sono anche le nostre e ormai non abbiamo niente che ci separi ma dobbiamo guardare assieme al futuro e siamo noi per primi a dover costruire quella comunità multiculturale e plurilinguistica che contraddistingue queste terre” ha rilevato ancora la Dobrila.
Premiato con applausi e ovazioni dei delegati l’intervento di Rudi Pavšič che ha lasciato l’incarico dopo ben 22 anni di presidenza SKGZ. Definito “uomo del dialogo”, grandi sono stati i suoi meriti per l’ottenimento della Legge quadro di tutela ma anche per l’avvicinamento tra SKGZ ed SSO - la Confederazione delle organizzazioni slovene. “La sfida per il nostro futuro nella comune casa europea è il rafforzamento dell’identità e dell’appartenenza nazionale” ha dichiarato tra l’altro Pavšič non mancando di augurare buon lavoro al suo successore.
“Auspico che usi lo strumento del dialogo per risolvere i problemi aperti. Bisogna avere una visione, bisogna capire come funzionano le cose però bisogna sapere anche che queste cose non le possiamo risolvere da soli. Bisogna saper sedere attorno ad un tavolo, discutere, a volte anche animatamente però poi trovare una risposta. La cosa peggiore per una comunità come la nostra è quella di arrivare a colloquiare con i nostri interlocutori istituzionali non avendo una proposta unica e comune. Questo ci rende perdenti in partenza. Ovviamente per trovare una soluzione che vada bene a tutti bisogna scendere a compromessi ed è importante che i compromessi non siano negativi” ci ha dichiarato Rudi Pavšić al termine del Congresso che in mattinata ha visto la presenza di numerosi e importanti ospiti.
Lionella Pausin Acquavita