Le attuali condizioni della pandemia non consentono di riaprire le scuole in modo stabile, e rendono necessario immaginare tempi diversi per far tornare in classe gli studenti delle scuole superiori.
Parte da questa considerazione la decisione della giunta del Friuli Venezia Giulia di rinviare il ritorno in classe degli studenti delle secondarie superiori. Come hanno spiegato gli assessori all’istruzione, trasporti e salute, Rosolen, Pizzimenti e Riccardi, non si tratta di un problema di trasporto (viste le indicazioni, a volte anche contraddittorie giunte da Roma, le aziende, scuole e la regione hanno già approntato un piano con orario scaglionati e 130 mezzi in più in totale, differenziati per aree), ma dalla possibilità che, visto l’andamento dei contagi, ci si trovi costretti a chiudere nuovamente dopo poche settimane.
Siamo consci, ha detto Alessia Rosolen, delle attese sulla riapertura, e che la scuola non è solo didattica, ma un insieme di elementi, il luogo in cui avviene la crescita dei ragazzi, ma in questo caso la responsabilità deve contare più del consenso: “Sono convinta - ha spiegato - che la scuola debba essere riaperta, e che non tutti prenderanno positivamente questa scelta da parte dell'amministrazione regionale. Abbiamo però vagliato tutti i dati a nostra disposizione e siamo giunti a una decisione che dia certezza e sicurezza a tutti: personale della scuola, studenti e famiglie. L'obiettivo unico è quello, nel momento in cui la scuola viene riaperta, di proseguire fino alla fine dell'anno scolastico. È questo il motivo per cui, ad esempio, nei giorni precedenti alle vacanze di Natale ci siamo opposti alla proposta del ministro Azzolina di riaprire per qualche giorno le scuole: aprire per poi richiudere credo comporti un danno organizzativo e didattico peggiore che il continuare con la didattica digitale integrata”.
L’ordinanza che rinvia, a prescindere dalle decisioni Roma, la riapertura delle superiori al 31 gennaio, sarà firmata breve dal governatore Fedriga, ma analoghe decisioni dovrebbero essere prese anche da altre amministrazioni regionali.
Riccardo Riccardi ha sottolineato come al momento il Friuli Venezia Giulia non sia fra le regioni con i dati peggiori, ma nemmeno fra quelle con i contagi più bassi, e anche come i cittadini che fanno parte del sistema scolastico delle superiori, studenti insegnanti e personale non docente, siano quelli in cui la diffusione è maggiore: “La pressione sui sistema sanitario è ancora alta – ha spiegato – e il personale sanitario è anche impegnato nell’avvio della campagna vaccinale, e non possiamo permetterci passi falsi”. “Quando si riaprono le scuole – ha aggiunto – bisogna avere la garanzia che rimangano aperte”.
Riguardo la campagna di vaccinazione Riccardi ha assicurato che “sta procedendo rispetto i programmi che abbiamo definito: vedremo quando arriverà il secondo stock di vaccini, ma ora dobbiamo concentrarci sulla necessità di convincere le persone a vaccinarsi”.
“Rispetto all'andamento, le curve sono chiare – ha aggiunto - : siamo di fronte a un fenomeno di dimensioni molto importanti, con una forte pressione ospedaliera, una quota molto elevata di isolamenti, e quindi siamo ancora nel pieno della pandemia, con un virus che circola. Ora bisognerà vedere quali provvedimenti confermerà o prenderà il governo, ma ricordo a tutti che i dati che registriamo oggi, sono figli dell’andamento del virus di 10 o 15 giorni prima. Bisogna fare grande attenzione su questo, e non fare delle semplificazioni. Anche per questo abbiamo chiesto al governo di ridurre, al di là dei parametri, anche la distanza fra momento in cui si registrano i dati e quello in cui si prendono le decisioni. Vediamo anche in questo caso che cosa farà il governo, intanto noi abbiamo preso questa decisione sulla scuola: non è una cosa che abbiamo fatto a cuor leggero e non è nemmeno una cosa che il Friuli Venezia Giulia farà da sola, perché ci sono altre regioni che stanno per varare provvedimenti analoghi”.
Alessandro Martegani
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