A distanza di 17 anni Trieste ospiterà un nuovo vertice ministeriale dell'INCE, l'Iniziativa centro europea.
Lo ha confermato da Tirana il ministro italiano degli esteri Enzo Moavero Milanesi che da Tirana ha confermato la scelta del capoluogo giuliano per la prossima riunione ministeriale dell'Ince, organismo di cooperazione transfrontaliera che riunisce paesi del centro-est Europa, membri e non dell'Unione europea. L'Italia quest'anno è presidente di turno dell'organizzazione, e Moavero ha sottolineato come la scelta di Trieste, sede del segretariato esecutivo Ince, testimoni anche il ruolo della città di punto d'incontro fra le culture e le politiche europee di est e ovest.
Il vertice, previsto a giugno, riunirà a Trieste i ministri di 18 paesi, 10 membri dell'Unione europea, (Austria, Bulgaria, Croazia, Italia, presidente di turno nel 2019, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Ungheria), 5 partner con prospettive di adesione (Albania, Bosnia-Erzegovina, ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Montenegro, Serbia), più Bielorussia, Moldova e Ucraina.
"Questo è l'anno del trentesimo anniversario dell'organizzazione - ci spiega Roberto Antonione, Segretario generale dell'Ince -, l'anno in cui l'Italia è presidente di turno, e il fatto che il ministro abbia voluto già a Tirana confermare che il vertice si farà a Trieste, sta a significare una grande attenzione nei confronti della regione Friuli Venezia Giulia, della nostra città, ma anche e soprattutto, per quel che ci riguarda del Segretariato."
Trieste ospitò negli anni passati un altro grande vertice Ince: è un impegno molto importante, anche gravoso per quanto riguarda l'organizzazione…
"Sì certamente, ma siamo abituati a questi impegni, e nonostante questo le preoccupazioni di far bene ci sono sempre. C'è però anche la consapevolezza che le esperienze passate ci saranno di grande aiuto e quindi sono molto fiducioso che il vertice possa tenersi nel modo migliore e soprattutto possa dare i risultati importanti per la nostra organizzazione r per i nostri paesi membri."
Ci sono 17 paesi membri che collaborano a vari progetti di cooperazione. L'lnce era nata quasi come un soggetto è rivoluzionario, che univa paesi che non erano neanche membri dell'Unione Europea. Come si è evoluta l'organizzazione?
"È proprio così: l'Ince ha mantenuto questa sua origine rivoluzionaria, perché, nata 30 anni fa con l'intendimento di mettere assieme paesi che stavano in mondi molto differenti, paesi che avevano come riferimento chi il Patto di Varsavia, chi la Nato come l'Italia, non allineati come la Jugoslavia, o chi come l'Ungheria era allineato dall'altra parte. Tutto questo ha sviluppato una Cooperazione tra paesi che oggi ha dato risultati importanti, tant'è che la maggioranza dei nostri paesi sono membri dell'Unione Europea, altri guardano con interesse a un percorso d'integrazione. In più abbiamo tre paesi, che sono i nostri paesi diciamo più a est, Bielorussia, Ucraina e Moldavia, che sono paesi che non hanno al momento iniziato alcun percorso d'integrazione e probabilmente non hanno neanche interesse a farlo, ma che invece con noi collaborano fattivamente, a testimoniare che l'idea iniziale è un'idea che prosegue".
Lei è un Triestino, segretario di un'Organizzazione internazionale con sede a Trieste: secondo lei questa città si conferma un po' il punto di contatto tra est e ovest?
"Trieste è una città di riferimento, in passato e vuole esserlo ancora in futuro. È un elemento che consente a me da triestino di avere la fortunata coincidenza di poter avere un'organizzazione internazionale che sta qua. È un valore aggiunto per la nostra per la nostra città, per la nostra regione. Di questo sono molto consapevoli anche gli enti locali, la regione in primis, che da sempre, già dall'inizio, parlo del 1993, ha dato sostegno al segretariato e ha fatto in modo che potesse radicarsi sul territorio e costruire un percorso di successo".
Alssandro Martegani