Per i friulani, o per chi senza essere friulano ha interessi da lessicografo, è semplicemente "il Pirona", il più classico fra i dizionari della marilenghe, uscito nel 1871.
Il suo autore, l'abate Jacopo Pirona, era mancato l'anno prima, così la pubblicazione fu portata a termine dal nipote Giulio Andrea, che aveva assistito lo zio in ogni fase della redazione dell'opera, e che più tardi si dedicò ad allestirne un'edizione ampliata, "Il nuovo Pirona", apparsa nel 1935. Il dizionario di Pirona, fine linguista, erudito, letterato e insegnante nato a Dignano, sulle rive del Tagliamento, nel 1789, si inserisce nella fioritura dei vocabolari dialettali tipica dell'Ottocento: repertori pensati non tanto per conservare una parlata locale o regionale in rapida trasformazione quanto invece per aiutare ad apprendere l'italiano, che era ancora lontano dal diventare un patrimonio comune. E nell'ambito della lessicografia dialettale ottocentesca il primo grande vocabolario del friulano viene considerato dagli specialisti come un modello, nascendo con un'ottica moderna, scientifica. Di Jacopo Pirona, che fu anche il promotore della Biblioteca comunale a Udine e un protagonista della vita culturale del suo tempo, si parla in un convegno online organizzato dalla Società filologica friulana e dall'Arlef (l'Agenzia regionale per la lingua friulana) che si chiude oggi. La due giorni di incontri, sul sito della Filologica, è solo l'ultima di una serie di iniziative con le quali il Friuli esalta l'importanza della figura di Pirona a 150 anni dalla scomparsa. Dignano, molto orgogliosa di avergli dato i natali, lo celebra da poco anche con alcune targhe toponomastiche, che ricordano come la località sia il "Paȋs di Jacopo Pirona, autôr dal prin vocabolari de lenghe furlane".
Ornella Rossetto