Ultima in Italia per la rete trauma, ultima per la rete neonatologica e i punti nascita, naviga a vista sulla rete cardiologica per l’emergenza, e non ci sono finanziamenti né piano per l’ictus.
È il quadro tracciato dall’Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali in Italia, sulla sanità in Friuli Venezia Giulia: le riserve sollevate dall’agenzia, che si occupa di monitorare i sistemi di tutela della salute nelle regioni, ha inferto un duro colpo alla reputazione della macchina sanitaria regionale, ritenuta un’eccellenza.
Tanto è bastato per scatenare le reazioni dell’opposizione: il membro della commissione Paritetica Salvatore Spitaleri del Pd, ha sottolineato “la situazione debitoria delle grandi Aziende regionali che somma a centinaia di milioni, per il blocco delle attività assistenziali no covid, per la permanente assenza di programmazione, per liste d’attesa insostenibili, per una gestione dell’emergenza che ha portato gli ispettori del Ministero nei nostri ospedali. Nonostante la propaganda, - ha aggiunto - i cittadini che si accostano ai servizi sanitari si stanno accorgendo che per fare un esame in tempi ragionevoli devono pagare strutture private, e non in convenzione”.
Il gruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, ricordando che “andrebbe differenziato l’indiscutibile impegno degli operatori sanitari dai risultati della Giunta”, sottolinea come già nel valutare la rete oncologica, “AGENAS aveva posto il Friuli Venezia Giulia tra le peggiori regioni in Italia: ora questo nuovo report, tutt’altro che incoraggiante - concludono i consiglieri 5 Stelle - dovrebbe portare a riflessioni profonde in chi gestisce la sanità regionale. Nonostante i continui tentativi di nascondere la polvere sotto il tappeto, alla fine i nodi vengono al pettine”.
Alessandro Martegani