
Anche il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, alla prima seduta utile dopo il 10 febbraio, ha celebrato il giorno del Ricordo. Un video con le immagini d’epoca degli esuli istriani, fiumani e dalmati che lascavano le proprie case, e delle foibe, ha aperto la seduta di oggi.
Subito dopo il presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin, ha ricordato i fatti che ispirarono la ricorrenza (il trattato di Parigi del 10 febbraio 1947 assegnò alla Jugoslavia, - ha detto - vasti territori "a noi molto vicini non solo geograficamente ma anche sentimentalmente"). Fu "una separazione dolorosa, un amaro lascito della seconda guerra mondiale - ha detto – in un clima di contrapposizione etnica che in quegli anni andava inasprendosi e che condusse all'immane tragedia delle foibe".

Anche grazie alla legge che ha istituito il Giorno del Ricordo, ha però spiegato, questi fatti siano stati raccontati finalmente “senza ambiguità” ma “resta in tanti protagonisti dell'esodo, in tante famiglie di infoibati, un sentimento di amarezza per la distanza e la freddezza dimostrate negli anni del Dopoguerra dalle istituzioni del nostro Paese, che in troppi casi si dimostrarono sorde rispetto a quel grido di dolore, come se le vittime istriane, fiumane e dalmate non avessero dignità di ascolto".
Vicende tragiche che oggi, a dispetto di alcune "frange di irriducibili negazionisti", ha detto riferendosi alle scritte trovate a due giorni dalla ricorrenza nei pressi della Foiba di Basovizza, "hanno trovato il giusto riconoscimento da parte della stragrande maggioranza delle forze politiche e dei cittadini".
Questa consapevolezza aiuta a guardare al futuro e ci impegna, ha auspicato il presidente dell'Aula, "a intensificare le relazioni di reciproco rispetto e collaborazione con i Paesi vicini, eredi dell'ex Jugoslavia”, ha concluso Bordin, ricordando come il 2025 sia un anno davvero speciale perché “proprio alla vigilia del Giorno del Ricordo è stata inaugurata ufficialmente la prima capitale europea della cultura transfrontaliera”.
Alessandro Martegani