La figura di Manlio Cecovini, primo cittadino di Trieste dal 1978 al 1983, scrittore, giurista, combattente nella Seconda Guerra Mondiale, membro fondatore della Lista per Trieste e noto massone, fu centrale nella storia del capoluogo giuliano del dopoguerra.
Il suo essere massone fu per lui sempre motivo di orgoglio, in quanto riteneva che far parte dell'associazione iniziatica portasse un miglioramento all'operato "pubblico" degli appartenenti alle diverse logge. Luca Manenti del Centro Studi Scipio Slataper ha spiegato i rapporti di Cecovini con la massoneria, mentre Luigi Milazzi, del Centro Studi Manlio Cecovini ha dipinto un ritratto dell'ex sindaco di Trieste, figura sicuramente importante nella storia cittadina, come possiamo sentire dalle sue parole: "fu importante per la sua cultura giuridica, per il contributo che ha dato come avvocato dello Stato e prima anche come consulente nel Governo Alleato per la parte legislativa. Poi anche per la sua passione, grande, per la letteratura e la scrittura, soprattutto di quest'ultima, con la produzione di importanti volumi, sia di carattere politico, con i suoi discorsi e le sue relazioni, sia di carattere letterario, con i suoi romanzi che sono molto belli da leggere ancora oggi. Inoltre non ha mai nascosto la sua appartenenza alla massoneria, ed anzi ha sempre detto che bisogna dichiarare questa appartenenza, specialmente chi è impegnato in un servizio pubblico. Pensava che chi va a votare, nella scelta di un candidato deve sapere tutto della sua persona. Inoltre lui considerava la massoneria come una scuola molto importante, anche per la formazione della personalità".
Davide Fifaco