Tutti i principali media mondiali e nazionali hanno parlato del caso dei runner africani esclusi dal Trieste Running Festival. Dagli Stati Uniti, alla Cina, i titoli dei giornali sono simili e riportano le accuse di razzismo verso l'organizzazione della mezza maratona.
Organizzazione che è stata praticamente costretta ad un clamoroso passo indietro, dettato soprattutto dalle lamentele dello sponsor principale, la Generali, che ovviamente non è stata felice di trovarsi accostata a quello che è divenuto un caso internazionale ed una pubblicità negativa.
Fabio Carini, presidente della Apd Miramr, società che si occupa dell'organizzazione dell'evento, durante la presentazione in pompa magna accanto al presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, all'assessore reginale Pierpaolo Roberti ed al sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, aveva annunciato che non sarebbero stati invitati tra i top runners atleti africani perché "spesso vittime di manager senza scrupoli". Dopo tutte le critiche arrivate per questa scelta, Carini ha ritrattato, spiegando che la sua era una "provocazione" ed ora sembra che anche gli atleti africani saranno invitati.
Il tutto ha innescato anche un caso politico: all'interno della Lega non tutti sembrano allineati alla scelta di Fedriga di difendere gli organizzatori. L'europarlamentare del Carroccio Angelo Ciocca ha voluto sottolineare che la "partecipazione sportiva più ampia arricchisce tutti".
L'ex ministro ed attuale europarlamentare del Partito Democratico, Cécile Kyenge, ieri in visita proprio a Trieste, ha stigmatizzato l'episodio ed ha spiegato che è corretto denunciare i casi di sfruttamento degli atleti, ma nel farlo devono essere usati gli strumenti adeguati, senza lasciare le vittime abbandonate a loro stesse.
Insomma, ancora polemiche in un evento sportivo di Trieste, come avvenne già qualche anno fa, ai tempi della Bavisela, quando l'organizzazione dell'epoca decise di coprire una scritta in sloveno dalle maglie distribuite ai partecipanti.
Davide Fifaco