Un passo che testimonia la volontà di aprirsi a tutta la società della regione e di andare anche oltre i limiti della comunità slovena in Italia.
Il manifesto del Sindacato della scuola slovena (SSŠ), in collaborazione con le organizzazioni della comunità, Skgz e Sso, non è una novità, un’operazione di questo tipo fu già messa in atto qualche anno fa, ma rientra in una generale volontà di aumentare la conoscenza reciproca e la collaborazione fra la comunità slovena in Italia e il resto della regione.
Da qui la decisione, in occasione dell’apertura delle iscrizioni al prossimo anno scolastico, di far affiggere nelle aree in cui è presente la comunità slovena dei manifesti che invitano all’iscrizione alle scuole in lingua slovena, ma con la traduzione in italiano.
Per frequentare le scuole slovene, in particolare quelle secondarie, bisogna naturalmente conoscere la lingua, ma, ci spiega la neo segretaria provinciale del sindacato Katja Pasarit, tutti sono benvenuti, anche alla luce del fatto che ormai, grazie ai matrimoni misti e alla circolazione dei cittadini in Europa, i confini della comunità linguistica sono sempre più difficili da individuare.
“È un segno di apertura – spiega - verso le due comunità linguistiche, quella slovena e quella italiana. Il tessuto demografico in questi ultimi anni è cambiato tantissimo: le famiglie non sono più costituite da genitori esclusivamente di nazionalità slovena, e ci sono tanti matrimoni misti, dove uno dei due genitori è, ad esempio, di nazionalità slovena e l'altro italiano, ma anche di terze nazionalità. Ci sono anche famiglie - aggiunge – dove entrambi i genitori sono italiani, ma decidono di far frequentare ai figli le scuole slovene, probabilmente anche per una volontà di apertura, e per dare i loro ragazzi una carta in più per un futuro in cui si richiedono conoscenze sempre maggiori”.
In effetti anche i numeri rivelano che sono molti i ragazzi provenienti da famiglie con genitori non appartenenti alla comunità linguistica a frequentare le scuole slovene: su 4500 alunni, dalla materna alle superiori, solo il 30 per cento hanno entrambi i genitori appartenenti alla comunità, mentre 45 per cento proviene da famiglie miste, e ben il 25 hanno entrambi i genitori di madrelingua italiana. La maggior parte delle scuole, il 57 per cento, sono concentrate nell’area di Trieste, il 37 per cento a Gorizia e il 6 per cento in Friuli.
Alessandro Martegani