Foto: Luca Tedeschi
Foto: Luca Tedeschi

È una tradizione diventata famosa a Napoli, con il caffè sospeso, lasciato pagato nei bar a favore di chi non se lo può permettere, ma che, con qualche adattamento, potrà diventare una consuetudine anche a Trieste. È il “pasto sospeso”, promosso da Rotary Italia in vari territori, come Monza e Cremona, e da questa settimana anche a Trieste.
L’obiettivo è quello di offrire un aiuto concreto a chi ha difficoltà a garantirsi almeno un pasto al giorno: una serie di esercizi commerciali che aderiscono all’iniziativa (la lista si può trovare su https://www.pastosospesotrieste.it), accetteranno delle offerte dai clienti, con tagliandi del valore unitario di due o cinque euro, che saranno poi girate alla Caritas Diocesana di Trieste, per finanziare i pasti distribuiti presso le sue strutture o consegnati al domicilio delle persone in stato di necessità.
È un’iniziativa, ha detto il vescovo di Trieste, Enrico Trevisi, che aiuta a “diffondere la cultura della solidarietà” e a “passare dalla semplice denuncia di quello che non va, al fare insieme qualcosa”.
“In un’epoca in cui l’attenzione verso noi stessi affievolisce l’empatia, ossia la capacità di immedesimarci nella parte dell’altro, — ha poi dichiarato Alessandro Zanmarchi, presidente di Rotary Club Trieste — è bello pensare che un piccolo segno di attenzione verso persone bisognose, e sconosciute, possa cambiare e migliorare non solo la loro vita ma, a ben vedere, anche la nostra. Un caffè sospeso, un pasto sospeso – ha concluso - sono piccoli gesti che possono, nel loro piccolo, aprire grandi prospettive e innescare i più virtuosi cambiamenti”.

Alessandro Martegani