Ha creato sconcerto fra i genitori e anche fra gli autori di libri per bambini della comunità slovena di Trieste la decisione della dirigenza della sezione per giovani lettori della Biblioteca Nazionale Slovena e di studio di lasciare a breve i locali del Narodni Dom di via Filzi.
A pochi giorni dalla storica restituzione dell’edificio alla minoranza slovena di Trieste, con una firma che dovrebbe mettere a disposizione della comunità linguistica l’intera struttura entro una decina d’anni e farla diventare il fulcro dell’attività culturale e sociale della minoranza, ha fatto specie l’annuncio dell’abbandono di una delle istituzioni di riferimento della minoranza che già si trovano all’interno dello storico edificio.
La sezione, che ospita quotidianamente intere classi di bambini delle scuole slovene, dovrebbe infatti trasferirsi nella nuova Narodni Dom del quartiere di san Giovanni, molto più decentrato rispetto alla centralissima via Filzi. La stessa sede ospiterà anche altre istituzioni culturali della minoranza slovena.
Per la dirigenza si tratterebbe di una decisione legata alla maggior vicinanza alle scuole con lingua d’insegnamento slovena, anche se in realtà a San Giovanni ci sono soprattutto scuole superiori, che non utilizzano più la sezione. I genitori hanno reagito, avviando una raccolta di firme per opporsi al trasferimento, e a poco sono servite le promesse da parte della dirigenza di un possibile ritorno una volta ristrutturato il Narodni dom.
In una lettera firmata dall'Associazione dei genitori dei bambini delle scuole primarie e degli asili sloveni dell’area di Trieste, si ricorda come il Narodni dom abbia una posizione centrale e facilmente raggiungibile per tutte le scuole (le classi riescono a raggiugere la biblioteca con l’autobus senza cambi, cosa non possibile a San Giovanni), e anche la maggior disponibilità di parcheggi ipotizzata dalla dirigenza viene contestata, sottolineando come proprio la sezione per giovani lettori sia una delle poche presenze della comunità slovena presenti nel centro di Trieste.
Alessandro Martegani