Il discorso di Giuseppe Conte non è decisamente piaciuto al Governatore della regione Friuli Venezia-Giulia, Massimiliano Fedriga, che lo ha definito "di bassissimo profilo". In un tweet il Presidente della Regione ha scritto: "Prima solo astio, risentimento ed attacchi. Poi banalità da libro cuore". Fedriga ha inoltre aggiunto: "Il Paese non ha bisogno di 'no' bensì di lavoro, investimenti e sviluppo: andare a votare subito significa dunque restituire la palla ai cittadini, unici titolari della sovranità".
Tra i primi a commentare il capogruppo di Fratelli d’Italia in Senato, Luca Ciriani che ha considerato molto duro il discorso di Conte contro Salvini, ed ha parlato di un "clima da ribaltone annunciato, che avrebbe potuto fare un esponente del Pd".
Il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli, ha affermato che è stato Salvini a staccare la spina al governo e subito dopo a parlare con Berlusconi per un patto. Su un possibile accordo con il Partito Democratico Patuanelli ha affermato che il Movimento non ha paura di nessuno scenario, neanche di nuove elezioni.
La senatrice del Pd ed espressione della minoranza slovena, Tatjana Rojc, ha dichiarato: "Salvini ha gettato la maschera, usando simboli e citazioni religiose in maniera blasfema, attaccando in campo aperto l'Europa, rivendicando un'azione di Governo personalistica ed autoritaria. Conte ha svolto la sua arringa difensiva non senza abilità ed intelligenza parlando di Salvini come fosse un corpo esterno al Governo da lui presieduto".
"La rottura che si è finalmente consumata tra la Lega e i 5 Stelle era nella natura di un 'contratto' scritto per essere fatto a pezzi: non ci può essere maggioranza se non vi è condivisione almeno su alcuni punti di principio" ad affermarlo è Debora Serracchiani, vicepresidente dell'Assemblea nazionale del Pd, mentre il segretario regionale dei dem, Cristiano Shaurli, ha apprezzato il discorso forte di Conte, salvo i punti in cui ha difeso l'esperienza di governo, ma considera assolutamente di basso livello l'intervento di Salvini, che cercava solo un bieco populismo.
Il senatore pordenonese di Forza Italia, Franco Dal Mas, ritiene positive le dimissioni del premier e sul ruolo del suo partito conferma la possibilità di prestare attenzione ad un eventuale governo istituzionale, purché siano coinvolte più forze politiche, non solo Cinque Stelle e Pd.
Davide Fifaco