Ieri sera il Consiglio Comunale di Gorizia ha rigettato la proposta avanzata dal centrosinistra di assegnare la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre.
Quattro ore di dibattito più una convocazione separata di tutti i consiglieri del centro destra, che con la solo eccezione di 5 che hanno votato a favore, hanno deciso di astenersi come da invito del sindaco Rodolfo Ziberna che aveva detto si essere contro l'iniziativa poichè la Segre era stata trasformata dall’opposizione in “un’icona dell’Olocausto”, personalizzando un tema più largo e strumentalizzando una vicenda storica.
“Ieri sera con la bocciatura della proposta di cittadinanza alla Segre si è fatto fare alla città una figura vergognosa”, ci ha detto il consigliere Andrea Picco ancora scosso dall’accaduto, “e lo si è fatto con parole pretestuose, sostenendo che lei è sostanzialmente un’icona della sinistra. Questa è solo la verità di chi non vuole fare i conti con il passato ed è la verità di chi non vuole che questo passato venga raccontato alle giovani generazioni, riducendo tutto all’oblio. Si è persa un’occasione importantissima per la città che aveva la possibilità di ricordare tutta la sua comunità ebraica che è stata deportata nella sua totalità in una notte del 1943, e della quale sono sopravvissuti solo in 2. Purtroppo Gorizia, città medaglia d’oro alla Resistenza, è ormai ostaggio di una destra nostalgica e non è ancora riuscita a fare i conti con chi ripropone pensieri che speravamo fossero andati nel dimenticatoio con la sconfitta del nazi-fascismo”.
Il sindaco Ziberna, già al centro delle polemiche per i canti fascisti alzati in Comune da alcuni reduci della X Mas, si è difeso oggi sulle pagine de "la Repubblica" spiegando di aver voluto solo evitare strumentalizzazioni ed annunciando che scriverà alla senatrice a vita invitandola a ritirare il Sigillo di Gorizia, secondo lui "più importante della cittadinanza".
Barbara Costamagna