È stato senza dubbio un esordio in primo piano quello del Premio giornalistico intitolato ad Almerigo Grilz, attivista della destra italiana, dirigente del Movimento Sociale Italiano e del Fronte della Gioventù e corrispondente di guerra, morto in Mozambico nel 1987 mentre stava riprendendo uno scontro fra i miliziani della Renamo, la “Resistenza nazionale mozambicana” che si opponeva al governo comunista del paese, e il “Fronte di liberazione del Mozambico”, o Frelmo.
La figura di Grilz è stata da sempre divisiva a Trieste: per anni la destra e i colleghi del corrispondente ucciso in Mozarabico hanno chiesto di dare alla sua figura pari dignità, ricordando come sia stato il primo reporter italiano ucciso in servizio nel dopoguerra, ma gran parte della categoria aveva sempre rifiutato ogni riconoscimento, ricordando la sua militanza nell’estrema destra e avanzando anche dubbi sull’attività di Grilz in Mozambico.
Negli anni le posizioni si erano attenute, il suo nome era stato anche inserito sulla targa che ricorda i colleghi della regione uccisi mentre svolgevano il proprio lavoro nella sede dell’Ordine e dell’Associazione della stampa del Friuli Venezia Giulia, ma la decisione di dare vita a un premio giornalistico intitolato a Grilz, su iniziativa, fra gli altri, del presidente del Senato Ignazio La Russa e dei colleghi di Grilz nell’agenzia Albatross, ha riportato il confronto indietro nel tempo.
Proprio nel giorno in cui sono stati annunciati i vincitori del premio, rivolto, si legge nella pagina internet del premio “a tutti quei giornalisti under 40 che documentano scenari di guerra con scritti, foto o video”, con l’intenzione di offrire “un tributo alla figura di Grilz come precursore dei video reportage di guerra e che sostiene l’importanza di un giornalismo libero e coraggioso, in linea con la passione che Grilz ha sempre dimostrato nel suo lavoro”, è stato lanciato l’appello firmato da “Trieste democratica e antifascista”, sigla di cui fanno parte fra gli altri l’Anpi e la Cgil (oltre a molti consiglieri regionali di centro sinistra) che chiede alle istituzioni, come la Regione e il Comune, di ritirare il patrocinio e di bloccare i finanziamenti al premio.
Questa iniziativa, ha detto Pierpaolo Brovedani, responsabile della sezione dell’Anpi interna alla Cgil, nel corso di una conferenza stampa convocata per spiegare le ragioni del “No” al premio, rientra in una precisa strategia della destra di riscrivere il passato: Grilz, ha aggiunto, inneggiava al ritorno del fascismo anche in età matura, e anche in Mozambico, mentre gli operatori dell’ospedale Burlo di Trieste cercavano di contribuire a costruire un sistema sanitario, lui fiancheggiava la guerriglia antigovernativa del paese, dove Almerigo Grilz, veniva indicato come un portavoce delle forze anti governative.
“Grilz – ha aggiunto la storica Claudia Cernigoi - non è morto salvando un bambino, come Luchetta, Ota e D’Angelo, né in seguito a un’esecuzione mai chiarita come Ilaria Alpi e Miran Hrovatin: è andato in Mozambico per partecipare a una guerriglia avviata dalla Renamo. Mentre il Burlo aiutava a costruire una sanità in Mozambico, c’era chi faceva il press agent per chi uccideva, e presentava la Renamo come degli eroi che combattevano contro il comunismo”.
“Non si capisce come si sia potuto intitolare una via a questo personaggio – ha spiegato Brovedani -, che non è stato affatto dimenticato come dicono i suoi sostenitori: ci sono state mostre, libri, convegni e adesso anche il premio giornalistico che – ha sottolineato - nessuno ha censurato, ma rimane il diritto di critica e di chiedere alla regione Friuli Venezia Giulia e alla regione Lombardia di non finanziarlo, e al Senato e all’Ordine nazionale dei giornalisti di non patrocinarlo”.
“Qui c’è un problema di tenuta democratica del paese – ha detto Massimo Marega, segretario provinciale della Cgil - e non è più il momento di girarsi dall’altra parte”.
Critiche nemmeno troppo velate sono state rivolte anche ai giornalisti che hanno accettato di far parte della giuria, che sono stati anche contattati direttamente dai responsabili di Trieste democratica e antifascista per sottolineare la storia di Grilz.
Le azioni per manifestare il dissenso all’iniziativa, interpretata come un passo di una strategia più ampia della destra italiana di riscrivere e soprattutto rivalutare la storia del fascismo, non poi sono finite: giovedì ci sarà un presidio in coincidenza con l’inaugurazione di una mostra dedicata a Grilz alla Camera di Commercio di Trieste.
Tutte le critiche e le iniziative non hanno però fermato l’iniziativa: proprio oggi, nella sede della Giunta regionale, sono stati annunciati i vincitori della prima edizione del premio, e proprio il presidente della giuria, il giornalista Toni Capuozzo, in un video diffuso sui social, ha rinviato al mittente le riserve sull’iniziativa, sottolineando come il concorso voglia premiare il giornalismo libero e indipendente e il coraggio di chi perde la vita per raccontare il fatti nel mondo, senza considerare di che idea politica siano i colleghi.
“Nonostante qualcuno voglia ridurre la sua figura esclusivamente alla militanza politica, Almerigo Grilz è stato un grande giornalista, perché ha avuto il coraggio di raccontare le guerre, in molti casi dimenticate, degli anni Ottanta, pagando questa sua testimonianza con la vita” ha commentato l’assessore alle attività produttive del Friuli Venezia Giulia Segio Emidio Bini nel corso della presentazione della prima edizione del premio giornalistico che, ha aggiunto Bini, non ha alcuna attinenza con quella che fu l'esperienza politica di Grilz.
Una reazione contro il “No” al premio era giunta nei giorni scorsi anche da parte dell’assessore regionale di Fratelli d’Italia Fabio Scoccimarro, che ha definito “a dir poco vergognosa” l’iniziativa di Trieste democratica e antifascista, e ha anche annunciato la propria presenza il prossimo 19 maggio alla commemorazione di Grilz in via Paduina, storica sede del Fronte della Gioventù negli anni ’70 e ’80.
Alessandro Martegani