È stata respinta a tarda notte la mozione proposta dall’opposizione in consiglio comunale a Trieste per condannare le scritte e gli striscioni apparsi sui muri della città in occasione del Giorno del Ricordo.
Da una parte il gruppo di destra radicale Casapound aveva affisso degli striscioni che attaccavano il movimento partigiano, dall’altra erano apparse scritte che offendevano la memoria delle vittime delle Foibe e in particolare quella di Norma Cossetto. Episodi condannati da tutte le forze politiche, con l’eccezione del consigliere Fabio Tuiach, secondo cui “non c’è nulla di male se Casapound condanna gli assassini dei nostri caduti”, ma è stato sul testo e sulla forma della mozione che si è sviluppato il dibattito.
L’opinione delle forze di maggioranza sembra essersi formata nelle ultime ore: dapprima era stata concessa l’urgenza alla mozione, discussa subito dopo quella relativa al sostegno a Radio Capodistria nella vicenda delle frequenze, ma, una volta in aula, Lega, Forza Italia, Fratelli d‘Italia e lista Dipiazza hanno prima proposto tre emendamenti, poi, dopo una pausa dei lavori, hanno annunciato di non poter votare il testo.
“Gli estremismi e gli atti come quelli avvenuti in occasione del giorno del Ricordo sono da condannare sempre – ha detto il capogruppo di Forza Italia Alberto Polacco, che ha invitato l’opposizione a ritirare il testo e a presentare due mozioni differenti – ma il testo così com’è mette assieme vicende diverse, entrambe dolorose, ma che non possono essere affrontare assieme. Non si possono accostare la vicenda di Norma Cossetto, agli insulti all’Anpi, che, - ha concluso - in alcune aree d’Italia, ha avuto posizioni riduzioniste sulle Foibe.”
Opposta la visione del Pd, che ha invece sottolineato come il testo tendesse a denunciare e condannare dei semplici fatti, e potesse essere un’occasione per unire il Consiglio e la città contro gli estremismi e il mancato rispetto della giornata. Sulla stessa posizione anche il Movimento 5 Stelle, che però, verificata l’impossibilità di arrivare a un voto comune, ha deciso di non partecipare al voto.
Alla fine la mozione è stata respinta con la contrarietà della maggioranza e solo 5 voti a favore, a dimostrazione di come a Trieste le ferite aperte dal conflitto mondiale e dall’immediato dopoguerra non si siano ancora rimarginate.
Alessandro Martegani