Non cessano le reazioni contro la mozione approvata dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia sul cosiddetto “riduzionismo” della tragedia delle Foibe e dell’Esodo.
Il documento era stato appoggiato da alcune organizzazioni degli Esuli e dalla destra, ma l’opposizione, e anche istituti di ricerca storica, avevano reagito, accusando la maggioranza in Consiglio regionale di voler imporre una sorta di “storia di Stato”, limitando la libertà di ricerca.
È questo il senso dell’appello lanciato dal direttore della rivista “Il Ponte Rosso”, Walter Chiereghin: il testo esprime “indignazione per il tentativo di mettere sotto tutela la libera ricerca storica, cercando - dice – d’imporre una visione di parte delle vicende della Venezia Giulia, tanto da elevare il pregiudizio e la disinformazione al rango di verità storica”.
Nel testo, già sottoscritto, fra gli altri, da storici come Mario Isnenghi, Silva Bon e Fulvio Salimbeni, scrittori come Marko Kravos o Dušan Jelinčič o scienziati come Beppe dell’Acqua, si definisce anche “un utilissimo strumento di approfondimento culturale” il “Vademecum per il Giorno del ricordo”, citato invece nella mozione come un esempio di riduzionismo.
È la prima volta a mia memoria - spiega il direttore della rivista e promotore dell’appello Walter Chiereghin - che un organismo elettivo decide a maggioranza su una verità storica”.
“Il discorso sul preteso riduzionismo dell'Istituto che è oggetto di questa di questa aggressione, (l'Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell'Età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia n.d.r.), è fatto sulla base di una valutazione politica, direi anche propagandistica, anziché essere controbattuta con un’argomentazione di carattere storico”.
“Questa è una cosa che riguarda tutti noi, non è un problema degli storici, è un problema dei cittadini – conclude - che si vedono proporre un atteggiamento autoritario nei confronti di una cosa come la ricerca storica che, in uno stato democratico, dovrebbe godere invece del massimo della libertà.”

Alessandro Martegani


Il testo dell'appello lanciato dalla rivista "Il Ponte Rosso"


Foto: Wikipedia
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