"In questi mesi abbiamo lavorato a fondo per costruire un'occasione di dialogo e di pace associata alla partita e finalmente possiamo annunciare di esserci riusciti", ha spiegato il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni annunciando la concessione del patrocino all'evento sportivo, dopo averlo negato qualche settimana fa. Una situazione che è stata sbloccata dall'associazione 'Rondine- Cittadella dello Sport' che negli scorsi giorni era intervenuta sulla questione con una lettera aperta sul quotidiano "Avvenire", nella quale aveva invitato l'amministrazione comunale udinese a ripensarci, considerando la partita un'occasione di promozione del dialogo e della pace. Una proposta che è stata fatta propria dal primo cittadino di Udine che insieme all'associazione toscana, da anni in prima linea su questi temi, promuoverà prossimamente un momento di incontro tra le parti con il sostegno anche della FGCI e del Ministero dello sport, che in queste settimane hanno lavorato anche loro per sbloccare la situazione.
Un modo elegante per De Toni di uscire da un impasse, che ha alimentato un clima di tensione fuori e detto le mura cittadine. Le paure per scontri e contestazioni violente restano, tanto che la Questura in questi giorni ha previsto una serie di riunioni con i rappresentanti di tutte le forze dell’ordine per definire le linee guida per garantire la sicurezza lunedì prossimo. L’incontro sarà a porte aperte, ma gli ingressi allo stadio saranno controllati minuziosamente da 450 steward e attorno alla struttura sarà istituita una zona rossa, off-limits fin da sabato sera. L’obiettivo è farsì che il corteo della manifestazione pro Palestina prevista per lunedì alle 17, che partirà da piazza della Repubblica, non raggiunga lo stadio Friuli ed evitare anche che possano esserci infiltrati tra il pubblico.
Barbara Costamagna