“La Slovenia ha adottato misure unilaterali e che non tengono conto delle esigenze delle diecimila persone in transito ogni giorno tra i nostri due Paesi”.
Lo ha dichiarato l'assessore del Friuli Venezia Giulia Pierpaolo Roberti, commentando la decisione di Lubiana di richiedere a partire dal 15 marzo un certificato di negatività al Covid 19 anche ai lavoratori transfrontalieri e agli studenti che ogni giorno vacano il confine diretti in Slovenia.
"Prendiamo atto della decisione – ha detto - ancora una volta unilaterale, annunciata da Lubiana di voler vincolare l'ingresso in Slovenia alla presentazione di un tampone negativo o di un attestato di guarigione dal Covid. Dispiace rilevare – ha aggiunto - come di nuovo la Slovenia abbia adottato misure di cui veniamo a conoscenza dalla stampa e che non tengono conto delle esigenze delle diecimila persone in transito ogni giorno tra i nostri due Paesi”.
Roberti ha chiesto un intervento da parte di Roma nei confronti di Lubiana, “considerando la condizione degli italiani che vivono in Slovenia e lavorano in Italia e viceversa o che vanno e vengono al di qua e al di là del confine per ragioni familiari”.
“Speravamo – ha commentato - che un anno dopo l'episodio della deposizione di blocchi di cemento alla frontiera potesse esserci consultazione o almeno interlocuzione tra noi, pur in un momento difficile come quello che stiamo tutti vivendo”.
Roberti ha però anche invitato i cittadini del Friuli Venezia Giulia “a evitare l'accesso in Slovenia, dove la situazione della pandemia – ha aggiunto - è ben più critica che nel nostro territorio regionale”.
(red)