“Lo sconto sul prezzo dei carburanti applicato dalla regione Friuli Venezia Giulia ai residenti in non comporta, di per sé, una violazione della direttiva sulla tassazione dell’energia”.
La Corte di giustizia dell’Unione europea ha messo la parola fine al contenzioso fra l’Italia e la Commissione europea, che aveva contestato gli sconti sui carburanti applicati dalla regione Friuli Venezia Giulia, la cosiddetta “benzina agevolata”.
Nel 1996 il Consiglio aveva autorizzato l'Italia ad applicare una riduzione delle tasse sulla benzina acquistata in Friuli Venezia Giulia, per contrastare l’abitudine degli italiani di rifornirsi in Slovenia, ma gli sconti erano continuati anche dopo il 31 dicembre 2006, data di scadenza dell'autorizzazione, provocando il ricorso di Bruxelles.
Un parere contrario al ricorso della Commissione era già stato formulato dall’Avvocato generale della Corte di Giustizia lo scorso luglio in fase istruttoria, con la richiesta alla Corte di respingere le obiezioni di Bruxelles, richiesta che è stata avallata.
Per la Commissione gli sconti applicati dai distributori, e poi rimborsati dalla regione, rappresentavano una riduzione non autorizzata, sia pur mascherata, delle accise sui carburanti, in violazione della direttiva sulla tassazione dell’energia numero 3, ma l’Italia, sostenuta anche dalla Spagna, aveva sottolineato come fosse impossibile ricondurre in modo oggettivo il contributo alle accise, ribadendo che si tratta di una riduzione riferita al “costo di produzione”, per bilanciarlo “in una regione caratterizzata dalla mancanza di infrastrutture”.
Una tesi accolta dai giudici europei secondo i quali “la Commissione non ha dimostrato che l’Italia, avendo introdotto il sistema di contribuzione sui carburanti, abbia istituito una riduzione delle accise, sotto forma di rimborso dell’imposta versata, né, di conseguenza, sia venuta meno agli obblighi” imposti dalla direttiva”. Affinché si possa parlare di "rimborso" delle accise - hanno aggiunto - è necessario che sussista un effettivo collegamento, quantomeno indiretto, tra gli importi rimborsati ai gestori e le entrate derivanti dalla riscossione delle accise.
Un collegamento che la Commissione non ha né dimostrato né invocato. In fase istruttoria l’avvocato generale della Corte di Giustizia aveva anche sottolineato come l’armonizzazione parziale dei livelli di tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità regolata dalla direttiva 2003/96 debba essere conciliata con la necessità di “lasciare agli Stati membri la flessibilità necessaria per definire ed attuare politiche adeguate al loro contesto nazionale”, un principio di cui la Commissione non sembra aver tenuto conto, contribuendo a determinare il giudizio avverso della Corte di giustizia UE.
"Grande soddisfazione" per la sentenza della Corte di giustizia è stata espressa dal governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. "È la dimostrazione - ha detto - che la Regione si è mossa sempre nel rispetto delle normative vigenti, tutelando al contempo i cittadini del Friuli Venezia Giulia". "Si tratta di una notizia importante - ha aggiunto - soprattutto alla luce delle forti difficoltà che le famiglie e le attività economiche stanno ancora affrontando a causa della pandemia".
Di “vittoria del Friuli Venezia Giulia e dell'Italia nei confronti della Commissione europea” ha parlato l’assessore alla Difesa dell'ambiente, energia e sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro. Una sentenza che conferma, ha aggiunto, “quanto abbiamo sempre sostenuto con forza: lo sconto carburanti in Friuli Venezia Giulia non viola la normativa europea in quanto non incide sulle accise, crea un evidente vantaggio ambientale evitando il cosiddetto turismo del pieno, genera un risparmio per i nostri concittadini, fa respirare il settore e le tasse restano sul territorio”.
Scoccimarro ha anche annunciato la volontà di migliorare il sistema “mantenendo ovviamente inalterati i suoi principi fondanti e adeguandolo alle attuali necessità”.
Diego Bernardis della Lega, ha invece sottolineato la necessità che il governo nazionale “compartecipi agli sconti", e chiesto “di dare risposte a quelle zone particolarmente svantaggiate che, più di altre, pagano il prezzo della vicinanza con il confine”.
La sentenza è stata commentata positivamente anche dall’opposizione: Diego Moretti, capogruppo del Pd in Consiglio regionale ha definito la sentenza di rigetto del ricorso della Commissione “una vittoria di tutti, ma adesso – ha aggiunto - diventa necessario mettere mano alla legge per correggere le difformità sui territori”.
Per i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, dopo la sentenza non ci sono più ostacoli alla riforma della normativa sui contributi regionali per l'acquisto di carburanti e sulla rete di distribuzione, che va affrontata “in maniera decisamente più ampia", in un’ottica green, ma “rendendo il sistema di sconto più efficace nelle zone di confine, dove esiste davvero il problema dell'esodo verso i distributori più economici, e indirizzarlo alle fasce di utenza che ne hanno maggiormente bisogno".
Alessandro Martegani