Centinaia di milioni d’investimenti sulle infrastrutture della regione della penisola, attenzione anche a opere come lo sviluppo del porto e della Cabinovia di Trieste e una critica aperta a quello che chiama “il popolo del no”.
Matteo Salvini ha raggiunto Trieste per quello che ormai si configura come una sorta di format, “l’Italia del sì”, una serie d’incontri, che ha già toccato altre regioni, con cui il Ministro delle infrastrutture, protagonista assoluto dell’evento, racconta alle istituzioni locali, alle imprese e ai cittadini, che cosa sta facendo il Governo per modernizzare e sviluppare i trasporti nel paese.
“La quantità di investimenti del ministero che dirigo – ha detto - non hanno precedenti nella storia del Friuli Venezia Giulia, anche grazie alla regione, ai comuni, agli enti locali, alle imprese, non solo per il porto, ma anche per strade, ferrovie, aeroporto, riqualificazioni di quartieri popolari. Sono mesi in cui i cittadini Friuli di San Giulia vedranno tanti cantieri, magari qualcuno dirà ‘troppi’, perché ovviamente ogni cantiere qualche disagio lo comporta, però, a cantieri chiusi, ci sarà una regione ancora più moderna, sicura e efficiente. I dati economici sono estremamente positivi e sono contento di accompagnare questa crescita”.
Una lunga lista, che parte dal rafforzamento e manutenzione delle reti autostradali e ferroviarie, con l’arrivo dell’alta velocità fino a Trieste, un’apertura all’energia nucleare, fino a investimenti sul sistema portuale e su opere anche contestate, come la cabinovia che, ha assicurato Salvini, dopo essere uscita dal programma del Pnrr sarà finanziata dal ministero delle infrastrutture. “È già coperta. Conto che i cantieri possano partire entro l'estate dell'anno prossimo – ha detto Salvini - e decine di migliaia di persone possano muoversi in maniera sostenibile: 1800 persone all'ora entro l'estate del 2027, questi sono i tempi che ci siamo dati. Il finanziamento è assolutamente coperto”.
“Andate avanti, perché è strategica” ha poi detto rivolgendosi al presidente della Regione Massimiliano Fedriga e al sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, “ci tengo particolarmente a questo progetto: mi hanno votato per ammodernare il Paese e questo devo fare".
Il finanziamento ministeriale previsto è di 48 milioni, pari al costo iniziale, ma attualmente questa cifra è cresciuta fino a più di 60, e la differenza potrebbe esser coperta con fondi regionali.
Proprio le “opposizioni ideologiche”, come le ha definite il Ministro, ad alcune opere, come il ponte sullo Stretto, cavallo di battaglia di Salvini, sono state l’obiettivo costante del Ministro, che ha intervallato le sue spiegazioni con video che proponevano anche immagini di manifestazioni di protesta contro il Mose di Venezia, struttura ha poi evitato l’acqua alta in decine di occasioni, così come altre opere, come lo sviluppo del porto Vecchio. Anche sullo scalo commerciale saranno investiti ingenti fondi, quasi mezzo miliardo, ma non ci sono ancora novità sul prossimo presidente dell’Autorità portuale, ancora commissariata dopo l’addio di Zeno D’Agostino. “Ci stiamo lavorando: entro fine anno ci sono otto autorità portuali che vanno a rinnovo. Ovviamente realtà importanti come Trieste, come Genova e come Palermo, avranno la totale attenzione, e la condivisione col territorio, soprattutto con gli enti locali e col sistema delle imprese. Il porto di Trieste sta crescendo in maniera incredibile. Arriveranno anche decine di migliaia di persone, penso a nuove aree residenziali, penso all'università, penso agli uffici. Spero che a livello burocratico nessuno rallenti, perché non sempre le sovrintendenze agevolano questo sviluppo e purtroppo anche a Trieste c'è qualcuno che, in maniera soggettiva diciamo, non sempre accompagna lo sforzo del pubblico e del privato. Ci sarà una scelta ai massimi livelli per Trieste”.
Non è mancata una critica al percorso di transizione ecologica messo in atto da Bruxelles (che, ha detto Salvini, ha messo in difficoltà l’industria dell’auto in Europa e ha fatto un favore alla Cina, che “inonderà di auto elettriche le strade europee”), e alle soprintendenze, gli enti che tutelano il patrimonio artistico in Italia, che spesso si oppongono alla realizzazione di opere in aree protette, e che, per Salvini, dovrebbero essere messi in mano alle amministrazioni regionali.
Proprio il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, ha salutato con favore la proposta di Salvini. "Sarebbe qualcosa di straordinario - ha detto- perché vorrebbe dire avere continuità. Oggi lavoriamo anche con bravissimi soprintendenti che però vengono avvicendati ogni anno e mezzo, due, e anche di meno. Se avessimo questa competenza si realizzerebbe un cambio di passo non solo per gli interventi pubblici ma anche per tutte le opere private". Riguardo alle critiche dell'opposizione e di parte della città al piano sul Porto Vecchio, per Fedriga "tutti sanno che è una cosa utile alla regione e al Paese perché si tratta del piů grande intervento in un centro cittadino sul mare a livello nazionale, ma c'è sempre qualcuno che fa polemiche, un'abitudine nefasta di questo Paese e ne abbiamo l'esempio anche Trieste”.
Dall’altra parte agli annunci di Salvini ha replicato Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia - Civica FVG. “Sull’ovovia – ha detto - dopo aver cercato di evitare la tragedia, oggi è andata in scena la farsa. Il sindaco di Trieste, evidentemente sempre più isolato sul territorio, cerca sponde a Roma e fa arrivare direttamente il vicepremier leghista ad assicurare che l’ovovia si farà. Se lo assicura Salvini, la cittadinanza potrà tirare un sospiro di sollievo: l’ovovia sarà l’ennesima promessa del ministro che resterà incompiuta”
“Finché non c’è una riga a bilancio – ha aggiunto - gli annunci non valgono nulla, siamo ancora in attesa delle sentenze del TAR e del parere in merito all’impatto paesaggistico su Porto Vecchio, e tal proposito, le battute del duo decisamente poco comico in merito alla Soprintendenza risultano una grave intromissione rispetto la sua indipendenza nell’esprimere il giudizio sull’opera”.
"A quanto pare - ha aggiunto la segretaria regionale del Pd Fvg Caterina Conti - Salvini e il Governo Meloni hanno soldi da buttare. Tra tutti i modi in cui si potevano investire 60 milioni a Trieste, metterli sull'ovovia suona beffa per le migliaia di cittadini che si sono mobilitati per fermare un'assurdità dal punto di vista paesaggistico e trasportistico. Non sappiamo cosa abbiano raccontato Dipiazza e Fedriga a Salvini, certo gli hanno taciuto che questa è una delle opere più impopolari da imporre ai triestini. Confidiamo sia una delle sparate cui ci ha abituato il ministro leghista". "Siamo anche in attesa di sapere da dove arriveranno e a fare cosa le 'decine di migliaia di persone' che secondo Salvini dovrebbero essere attratte dal Porto vecchio rigenerato. Se continua così, nonostante le chiacchiere del ministro, tra dieci anni Trieste sarà più spopolata".
Alessandro Martegani