Cercavano di superare l’esame della patente facendosi suggerire le risposte al telefono. L’ennesimo tentativo di superare l’esame teorico barando si è verificato a Trieste, ed è stato scoperto da agenti del Nucleo di Polizia Giudiziaria che si erano confusi con gli esaminandi.
Le forze dell’ordine, in questo caso la Polizia locale, erano state messe in allarme dagli uffici della Motorizzazione Civile di Trieste, responsabile degli esami per la patente, per il sospetto che alcuni candidati, di origine straniera, potessero cercare di superare l’esame barando.
Grazie all’uso di apparecchi elettronici, gli agenti hanno scoperto che tre cittadini pakistani stavano cercando di farsi suggerire le risposte al test tramite degli smartphone nascosti sotto i vestiti, utilizzando anche una microcamera, un microfono e un mini-auricolare. I dispositivi erano stati posti in modalità videochiamata sin dall’ingresso nella sede della Motorizzazione, per permettere la visione dello schermo dei computer.
I tre cittadini pachistani, di 34, 25 e 41 anni, sono stati allontanati dalla sede d'esame e denunciati all'autorità giudiziaria con l’ipotesi di reato di falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di titoli, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri.
Non si tratta purtroppo di un caso isolato in Italia: proprio lo scorso agosto il Ministero delle infrastrutture aveva diffuso una circolare a tutte le scuole guida e agli uffici della Motorizzazione, con nuove disposizioni per garantire la regolarità degli esami, prevedendo l’obbligo per tutti i candidati di indossare dei camici monouso a maniche lunghe, forniti dalla Motorizzazione, per coprire eventuali telecamere, controlli con i metal detector prima dell’ingresso delle aule degli esami, e il divieto di sostenere l’esame, oltre che con telefoni o dispositivi elettronici, anche con occhiali, orologi, bracciali, anelli, orecchini, o collane che possano nascondere telecamere. Sono però misure che fino ad oggi non sono state applicate, o sono state attuate solo in minima parte.
L’Assessora alla Sicurezza di Trieste, Caterina de Gavardo, ha sottolineato la collaborazione fra entro dell’amministrazione dello Stato, ricordando come siano “numerosi gli Enti esterni all'amministrazione comunale con cui la Polizia Locale, attraverso i suoi diversi Nuclei specialistici, collabora costantemente e con ottimi risultati nel contrasto a illeciti di vario tipo e per la massima tutela della città e dei suoi cittadini”.

Alessandro Martegani