Ormai da qualche anno il Corteo del Primo Maggio, a Trieste, mediaticamente viene monopolizzato dalle polemiche per la presenza immancabile di bandiere della Ex Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
Polemiche che quest'anno sono iniziate già alla vigilia, ma che evidentemente qualche effetto hanno sortito, visto che rispetto alle passate e recenti edizioni i vessilli jugoslavi non erano presenti, mentre sono state esposte una bandiera italiana con la stella rossa, (una curiosità, questa è stata confezionata a mano prendendo come base una delle bandiere italiane inviate qualche anno fa da Silvio Berlusconi per una sua campagna elettorale, sulla quale è stata cucita la stella rossa) ovvero quella delle Brigate Garibaldi, i gruppi partigiani organizzati dal Partito Comunista Italiano ed operanti nella resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale, ed un vessillo sloveno con la stella rossa, ovvero quello che rappresentava appunto i partigiani sloveni. Una presenza, quella di quest'ultima bandiera, che ci è spiegata da colui che l'ha esposta, Livio Sacchetti: "ricordiamo che il Primo Maggio, Festa del Lavoro a livello nazionale, a Trieste ricorre la liberazione del 1945. Siccome io sono qui con l'Anpi, Associazione Nazionale Partigiani italiani e siccome i miei familiari, i nonni per l'esattezza, sono scesi con queste bandiere il primo maggio a Trieste ed hanno liberato la città, a noi sembra doveroso ricordare questa ricorrenza portando i vessilli che hanno dato la libertà. Rimango sconvolto e stupito dalle polemiche che suscita ogni anno in questa città il fatto di portare queste bandiere, quando non suscita alcuna polemica il fatto che ricorrenze, peraltro secondo me discutibili, è un'opinione personale lo ripeto, quali il Giorno del Ricordo, alla Foiba di Basovizza sono presenti i labari della Decima MAS ed i simboli fascisti che, quelli sì, sono davvero anticostituzionali e fuorilegge. Eppure le autorità sono presenti, non solo tacciono, ma addirittura si compiacciono. Altro motivo: basta vedere cosa è successo qualche giorno fa nella ricorrenza del 25 aprile in Risiera, quando alla festa della Liberazione, al monumento nazionale della risiera, incredibilmente il comune, che ha organizzato il programma, non ho previsto nessun intervento dei rappresentanti dell'Anpi. È come fare una festa di compleanno senza invitare il festeggiato.
La gente dovrebbe studiare un attimino meglio la storia. Ci sono molti studi, anche internazionali, con una commissione istituita dalla stessa Italia con Croazia e Slovenia arrivata alle stesse conclusioni: nei 40 giorni in cui gli uomini di Tito occuparono Trieste i comandi jugoslavi avevano dato ordini precisi, perché sapevano che Trieste era sotto i riflettori internazionali, di procedere con ordine e non a giustizie sommarie, tanto che il numero di vittime, in effetti, è molto più basso di quello che viene contato. Non vedo quindi motivi di polemiche. Anche i telegiornali dell'epoca, neozelandesi ed australiani testimoniano di persone in piazza senza particolari scontri, con bandiere tricolori con la stella rossa e non di 40 giorni di terrore".
Per il resto il corteo sì è svolto senza problemi, attraversando in maniera festosa le vie del centro cittadino tra slogan di protesta contro le condizioni dei lavoratori ed in particolare la sicurezza sul posto di lavoro, concludendosi in Piazza Unità con il discorso di Ignazio Ganga, membro della Segretaria Confederale della CISL.
Da segnalare inoltre un presidio di protesta da parte di Trieste Pro Patria in Piazza Ponterosso, dove una decina di persone ha esposto uno striscione con la scritta "Tito Boia" nell'ambito della manifestazione "Primo Maggio Tricolore".
Davide Fifaco