L'ipotesi della costruzione di barriere fisiche lungo i confini con la Slovenia rimane, ma “la prenderemo in considerazione solo nel caso in cui le altre misure messe in campo non risultassero sufficienti a contrastare il fenomeno dell'immigrazione illegale”.
Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga ha confermato la volontà di rafforzare i controlli lungo il confine con la Slovenia anche di fronte al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, nel corso di un’audizione questa mattina.
Fedriga, riguardo i dubbi sollevati sulla realizzazione di un muro o di una barriera fisica fra i due paesi, interni all’area Schengen, ha ricordato che la fascia confinaria interessata al passaggio di migranti “si estende per una trentina di chilometri”: sarebbe questa, e non tutto il confine di 232 chilomentri, l’area in cui eventualmente sarebbe realizzata la barriera.
"Non ho mai parlato - ha aggiunto - di un muro" con la Slovenia "che si estendesse" per oltre 200 km. "Ci auguriamo di non farlo, ma se non c'è un rispetto dei trattati, tra cui anche Schengen, e quindi il controllo dei confini da parte di tutti i Paesi, ipotizziamo dei barrieramenti sulle aree più sensibili semplicemente per incanalare gli ingressi in punti in cui possiamo controllare".
Il governatore ha poi assicurato che le barriere sono una "soluzione forte, che ci auguriamo di non mettere in atto mai".
Riguardo i dubbi sulla compatibilità fra questi provvedimenti e Schengen, Fedriga ha ricordato come il trattato non preveda solo “la libera circolazione di persone e merci, ma anche il controllo dei confini europei da parte dei Paesi membri: un punto - ha aggiunto - troppo spesso dimenticato che è invece opportuno sottolineare con forza specie in risposta ai flussi migratori che stanno colpendo l'Italia e l'intero continente".
In ogni caso quella del muro o della sospensione del trattato di Schengen, non esclusa dallo stesso Matteo Salvini nel corso della sua recente visita a Trieste, al momento rimangono ipotesi, anche alla luce dei risultati ottenuti dal potenziamento delle Forze dell'Ordine lungo i confini lungo la Slovenia, paesi con cui sono anche stati avviati pattugliamenti congiunti. "Un'iniziativa importantissima - ha detto Fedriga - che rappresenta un'ulteriore risposta concreta a un fenomeno di portata storica".
"Negli ultimi mesi - ha concluso - la rotta balcanica si è rafforzata" e ma con l'aumento dei controlli al confine con la Slovenia nell'ultimo anno i numeri dell'accoglienza in Fvg "sono diminuiti di più del 20 per cento".
Alessandro Martegani