Il mito dell'ingegneria navale e della storia d'Italia rivive in documentario. Il film, "TRANSATLANTICO REX - NAVE N° 296" diretto da Maurizio Sciarra, e prodotto da BlueFilm con Istituto Luce Cinecittà, racconta la storia di una delle navi più note e raccontate.
Gigantesco, lussuoso e veloce, Simbolo della potenza navale fascista, il Rex rappresentò una leggenda per la marineria italiana: vincitore del Nastro Azzurro nel 1933, pioniere del concetto moderno di crociera di lusso, imponente e veloce, rappresentò la modernità, e l'innovazione industriale, ma anche la speranza di progresso dell'epoca, tanto da entrare nell'immaginario collettivo ed essere anche sancita da Fellini per una delle scene culminanti di Amarcord.
La sua fine, dopo solo otto anni di servizio fu bombardato dagli alleati nel 44 al largo di Isola, dove tutt'ora si trovano resti del relitto, altro non ha fatto che alimentarne il mito come ci ha spiegato il regista del documentario Michele Sciarra, che ha presentato il film in anteprima al cinema Ariston di Trieste.
"È innegabile - dice Sciarra - che il mito si crea anche con l'interruzione improvvisa, e, come in questo caso, dolorosa di un'esperienza, ma è quella esperienza che ha portato il mito del Rex a mantenersi tale. Se noi guardiamo a quello che è successo agli altri grandi transatlantici, anche quelli che sono venuti dopo, come la Queen Mary che adesso giace a Dubai, un po' un relitto triste, capiamo che forse è meglio finire così".
Alessandro Martegani