La conferenza è organizzata dal Centro sloveno di ricerca al suicidio, che opera sotto l'egida dell'Istituto Andrej Marušič dell'Università del Litorale, e quest' anno è allestita in collaborazione con il De Leo Fund Onlus. Si svolge dal vivo e da remoto, ovvero via zoom, presso la Facoltà di Matematica, Scienze Naturali e tecnologie dell'informazione di Capodistria.
Tra gli obiettivi della 13-esima Conferenza internazionale di Suicidologia è mettere in contatto una platea quanto più vasta e articolata di operatori del campo della ricerca e prevenzione del suicidio. Negli anni si è trasformata in una piattaforma per una fruttuosa discussione tra illustri esperti internazionali di psicologia cognitiva e comportamentale e Prevenzione del Suicidio, che interagiscono con i giovani con l'intento di agire da cassa di risonanza per accrescere la consapevolezza sul tema del suicidio e promuovere misure di prevenzione. Il fenomeno suicidario rappresenta un gravoso problema di salute pubblica a livello globale. Nel mondo si conta un suicidio ogni 40 secondi, vale a dire un milione di persone all'anno pone fine alla propria esistenza. Un epilogo volontario maturato da uno stato di profonda sofferenza. Al contempo si registra anche un tentativo di suicidio ogni 3 secondi. La prevenzione al gesto suicidario, pertanto, rappresenta una sfida universale. Dagli esperti chiamati a rispondere a Capodistria e dalle tante storie di cui ogni giorno siamo testimoni, si cercheranno risposte. Spesso prima del gesto estremo, molte persone mandano un segnale di ultima richiesta di aiuto come tentativo di coinvolgere il prossimo all'interno di quel tragico dialogo interiore che farà capolinea nel suicidio, ecco dunque che la conferenza di Capodistria cercherà di illustrare e individuare la chiave di lettura dei segnali del soggetto a rischio e della sua sofferenza. Un tema difficile a cui la comunità scientifica e la popolazione tutta è chiamata a dare una risposta in modo da aiutare e scongiurare che la morte diventi il rimedio estremo ad una sofferenza insopportabile.
Corrado Cimador