Forse è presto per parlare di fine dei 5 Stelle, ma di certo il Movimento fondato da Beppe Grillo e gestito prima da Gianroberto e poi da Davide Casaleggio, sta passando la fase più buia della sua giovane esistenza.
Accanto a un’emorragia di consensi, è soprattutto il problema di leadership a essere evidente: Luigi di Maio, già messo in discussione dopo il risultato dei recenti appuntamenti elettorali, la caduta del primo governo Conte, e il sostanziale demansionamento nel successivo, ha ricevuto un’altra bocciatura anche dalla base.
La consultazione on line sull’opportunità o meno di partecipare alla regionali in Emilia Romagna e Calabria, ha bocciato a larga maggioranza la proposta del capo politico di “una pausa elettorale fino a marzo per preparare gli Stati Generali”, chiedendo fra l’altro al partito di correre da solo senza confermare l’alleanza con il PD. Una situazione che rischia d’indebolire il governo, visto che le elezioni in Emilia Romagna metteranno gli alleati uno contro l’altro puntando allo stesso bacino elettorale, ma il risultato è soprattutto un colpo per il già indebolito leader del partito, che ha avuto un faccia a faccia con Grillo nel fine settimana.
Che la situazione non sia semplice lo confermano anche i molti interventi sui giornali dello stesso Di Maio e del premier Giuseppe Conte per confermare la tenuta dell’attuale maggioranza. Gli scenari però sono poco confortanti per il Movimento: si parla già di una scissione fra l’ala governativa e le due correnti a destra e a sinistra. Una diaspora che vedrebbe lo stesso Conte guidare i governativi, probabilmente Alessandro Di Battista a sinistra, mentre a destra c’è già chi si è fatto avanti: è il caso di Matteo Salvini che ha aperto le porte della Lega ai fuoriusciti dei 5 Stelle, e ha accusato Grillo e i suoi dirigenti di aver tradito lo spirito riformatore del Movimento e di puntare ormai solo alla conservazione del potere.
Non manca anche una soluzione diversa: Grillo ha ipotizzato la nascita di un direttorio che affiancherà di Maio, ma c’è anche chi punta direttamente a un cambio di leader per tener unito il Movimento e proseguire; una linea che unirebbe i ministri 5 Stelle e che, nonostante le smentite del diretto interessato, porterebbe all’attuale ministro delle attività produttive Stefano Patuanelli.
Alessandro Martegani