I segretari generali Claudio Tarlazzi e Ivan Viglietti della Uiltrasporti esprimono preoccupazione per i circa 3.000 lavoratori di Alitalia e Cityliner, i quali hanno ricevuto lettere di licenziamento durante la procedura di liquidazione. Notano che il decreto Asset ha fissato il termine della cassa integrazione al 30 ottobre 2024, evidenziando la necessità di riqualificare e reinserire tali dipendenti nel settore del trasporto aereo. Proposizioni avanzate riguardano il reinserimento in nuove entità derivanti da Alitalia o in aziende del settore, con formazione adeguata a mantenere le certificazioni, oppure l'ipotesi di estendere la cassa integrazione fino al 2025. L'annuncio delle lettere di licenziamento inviate ai commissari di Alitalia in amministrazione straordinaria e di Alitalia Cityliner, comportante il licenziamento di oltre 2.700 dipendenti in cassa integrazione, è avvenuto il 1° dicembre 2023. La decisione, basata sulla "situazione di eccedenza di personale", esclude solo 172 dipendenti incaricati della fase finale di liquidazione entro il 15 gennaio 2024. Dopo la scadenza della cassa integrazione a dicembre, il personale potrà beneficiare di una cassa straordinaria emessa dallo Stato, con un tetto massimo di 2.500 euro lordi al mese, non applicabile ai lavoratori pensionabili, che saranno costretti all'esodo. Tale misura terminerà il 31 ottobre 2024 e non sarà prorogabile. Emma Pavanelli, capogruppo M5S in commissione Attività Produttive, critica il governo Meloni e la norma nel decreto-legge sull'energia che esclude la continuità tra Alitalia e Ita, definendo ciò uno "scempio giuridico" e uno "schiaffo" ai lavoratori di Alitalia, i quali hanno ottenuto sentenze a favore del loro diritto di lavorare in Ita.
Corrado Cimador