Nonostante si sia solo alla metà di giugno la siccità si fa già sentire nel Nord Italia con il rischio che si arrivi tra breve addirittura a dover scegliere fra irrigare i campi o far arrivare l'acqua dai rubinetti. Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha già inviato a Roma la richiesta di stato di calamità per l'agricoltura.
Il grande assetato sarebbe il Po, che con il suo letto ormai a secco potrebbe causare un'emergenza di proporzioni tali che non si vedevano da anni. Anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha già dichiarato che chiederà lo stato d'emergenza, possibilmente cercando di coinvolgere anche i colleghi delle regioni che insistono sul bacino del grande fiume.
Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha annunciato di star lavorando per la costituzione di un Comitato di coordinamento nazionale degli Osservatori presso le Autorità di bacino, per delineare "un quadro d'insieme delle misure a livello nazionale".
Non si tratta, tuttavia, di un problema che riguarda solo il bacino padano. L'emergenza acqua si sta, infatti, rapidamente estendendo al Centro Italia, secondo il report dell'associazione dei consorzi di bonifica, che parla della "prima stagione in cui si evidenziano in maniera massiva le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla Penisola".
Barbara Costamagna