Foto: boxing.athlete365
Foto: boxing.athlete365

A poche ore dal match degli ottavi di finale dei pesi welter femminili tra l'azzurra Angela Carini e l'algerina Imane Khelif è arrivato il caso politico. Khelif, secondo quanto stabiliscono le regole, ha diritto a prendere parte alle competizioni come donna, visto che ha superato i test d’idoneità di genere, noti come test di verifica del sesso.

Ma quello che sta facendo discutere è che la venticinquenne pugile nordafricana, lo scorso anno era stata esclusa dalla finale dei Mondiali di pugilato proprio per aver fallito la verifica ormonale. Lo stesso vale per la taiwanese Lin Yu-tin, esclusa dai Mondiali, che il 2 agosto affronterà l'uzbeka Turdibekova. Il Cio, dopo gli ultimi esami, ha appurato che i parametri richiesti sono cambiati e le ha ammesse entrambe al torneo come donne.

Queste decisioni hanno però portato ad alcune polemiche. Il ministro delle Infrastrutture italiano, Matteo Salvini ha scritto in un post: "Pugile trans dell’Algeria - bandito dai mondiali di boxe - può partecipare alle Olimpiadi e affronterà la nostra Angela Carini. Uno schiaffo all’etica dello sport e alla credibilità delle Olimpiadi. Basta con le follie dell'ideologia 'woke'". Il deputato della Lega, Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza, Sport e Istruzione, ha chiesto "un'informativa urgente del ministro dello Sport, sostenendo che va rispettata la vera tutela dei diritti delle donne".

Lo stesso ministro dello sport, Andrea Abodi, ha spiegato: "Trovo poco comprensibile che non ci sia un allineamento nei parametri dei valori minimi ormonali a livello internazionale, che includa quindi europei, mondiali e Olimpiadi. Nell’evento che rappresenta i più alti valori dello sport si devono poter garantire la sicurezza di atleti e atlete, e il rispetto dell’equa competizione dal punto di vista agonistico. Per Angela Carini non sarà così. Quello delle atlete e degli atleti transgender è un tema che va ricondotto alla categoria del rispetto in tutte le sue forme, ma dobbiamo distinguere la pratica sportiva dall'agonismo che deve poter consentire di competere ad armi pari, in piena sicurezza".

Il presidente della Federboxe, Flavio D'Ambrosi, al momento non commenta, preferisce un pacato e responsabile silenzio istituzionale. Così come Angela Carini, concentrata soltanto sul suo match di debutto olimpico. Probabilmente parleranno dopo la gara, anche in base ai risultati, ma per ora sembra esserci preoccupazione.

Davide Fifaco