Foto: Reuters
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Tutti fanno appello alla ragionevolezza e al dialogo, ma quella sul DDL Zan sarà invece una durissima battaglia parlamentare, dove al momento non si riesce a intravvedere un vincitore.
Dopo un rapido passaggio in commissione, con un estremo e molto probabilmente vano tentativo di trovare un accordo da parte del relatore della legge contro l’omotransfobia, il leghista Andrea Ostellari, il progetto di legge, approvato otto mesi fa dalla Camera, arriva in aula al Senato, dove il centro sinistra sembra determinato ad andare al voto, e a tentare la prova di forza con chi invece chiede delle modifiche, come Lega, Forza Italia, ma anche Italia Viva.
Proprio Matteo Renzi continua a essere uno dei principali attori del confronto, confermando la necessità di modificare il testo per trovare una convergenza più ampia e non rischiare la bocciatura.
Lo stesso Renzi però si è detto contrario a un ritorno in commissione, soluzione invece proposta dal centro destra per trovare una versione con una convergenza più ampia. “Siamo a un passo dal risultato, farò un appello al buon senso” ha detto il leader di Italia Viva considerando un passo in avanti la proposta della Lega.
Dall’altra parte però il Pd, con il segretario Enrico Letta in testa, 5 Stelle e Leu hanno tutta l’intenzione di tirare dritto, votare contro agli emendamenti già annunciati, e provare a far approvare il testo originale: riferimenti all’identità di genere e alle attività nelle scuole compresi. C'è però rischio che, in caso di voto segreto, la maggioranza vada sotto, vanificando il lavoro di mesi.
Una possibilità che è ben presente anche all’interno della Lega: “Letta vuole veramente sbatterci la faccia – ha detto Matteo Salvini - e mi spiace perché le persone che dice di voler tutelare sono da lui usate per fare una battaglia politica”.
Quella che si prefigura è dunque una battaglia durissima, fatta ostruzionismo, voti segreti e centinaia di emendamenti, tanto da non far escludere, fino all’ultimo momento, un rinvio della discussione e un ritorno in commissione.

Alessandro Martegani